«Approvvigionamenti pianificati in nome dei conti di cassa anziché della salute dei pazienti, sfidando gli indici di rotazione nell’assottigliare le scorte di magazzino: sembrano tecnicismi e sono difficili da spiegare. Finché non accade quel che è capitato all’ospedale fiorentino di Careggi dove, leggo dai giornali, sono esaurite le scorte del farmaco chemioterapico lasciando 25 pazienti senza il loro trattamento necessario a seguito del tumore alla vescica. E’ la mitomicina, un medicinale tra quelli carenti. A maggior ragione gli stock vanno qualificati in modo da non incorrere in interruzioni terapeutiche come quella a cui oggi sono costretti i pazienti in questione»: l’attacco arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che ormai da mesi tiene sott’occhio spesa farmaceutica e approvvigionamenti Estar.
Proprio a una delle sue interrogazioni la giunta regionale aveva risposto nell’aprile scorso toccando anche la questione magazzino: «Lì mi si diceva che le scorte effettivamente sono state ridotte – ricorda Marchetti – tanto che alla riorganizzazione dei magazzini Estar la giunta attribuisce un recupero di 26 milioni di euro. Da subito ammonii che se razionalizzare le giacenze è buona prassi, bisogna però tener d’occhio agli indici di rotazione per non comprimere fino a far mancare il farmaco».
Indice di rotazione? Chi era costui? «E’ uno dei parametri gestionali principali – spiega Marchetti – per chi si occupi di approvvigionamenti. In inglese si chiama inventory turnover e sostanzialmente indica il numero di volte in cui un determinato prodotto si è rinnovato completamente in un arco di tempo dato. Per il gestore, è un indicatore per calcolare in quanto tempo si rientra della spesa in questo caso farmaceutica effettuata. Per l’utente finale, in questo caso il paziente, bisogna però che la programmazione avvenga anche prevedendo un cambiamento di fabbisogno, e le molecole più rare come la mitomicina andrebbero forse trattate come prodotto a bassa rotazione. Certo, si ottiene una giacenza media plausibilmente superiore. Ma si evita anche di lasciare malati di tumore senza le loro medicine, esposti a rischio recidiva».
Fuori dai principi gestionali, Marchetti attacca la politica: «La giunta regionale obbliga le aziende, Estar in primis quando si tratta di approvvigionamenti, ad operare seguendo la stella polare non più del benessere del paziente ma dell’equilibrio contabile, che comunque manca e mancherà perché adesso reperire le fiale costerà non 30 euro come se il farmaco fosse stato acquistato normalmente a gara sul mercato interno, ma 300 perché va reperito all’estero. E’ una irresponsabile roulette russa che, alla fine, esplode in faccia al malato. In questo caso a 25 malati».
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