«Secondo le linee guida nazionali recepite dalle Regioni ai cinema bisogna accedere con la mascherina, poi si viene accompagnati a posto e lì, fermi, zitti e distanziati, ci si può togliere la mascherina per godersi il film. In Toscana no, la mascherina va tenuta tutto il tempo. Avevamo sollevato la disparità di trattamento che penalizza gli esercenti cinematografici nei giorni scorsi, ma proprio l’altro ieri la Regione ha risposto alla loro associazione, Anec, con una nota perentoria che non ammette ragioni. In Toscana va in scena il film in maschera. E punto. Domani presenterò un’interrogazione per capire come mai questa pervicacia. Se i dati epidemiologici diffusi sono corretti, è un’iperbole precauzionale. Se no, è un altro tipo di problema e lo vorrei sapere»: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che raccoglie la preoccupazione della sezione toscana dell’Anec, l’Associazione nazionale esercenti cinema.
«Dall’11 giugno scorso le linee guida nazionali consentono, una volta raggiunta la propria poltroncina, di togliere la mascherina per godersi lo spettacolo, rimettendola in caso ci si alzi ovviamente. Piemonte, Lombardia ma anche Emilia-Romagna… insomma, le altre Regioni hanno emanato ordinanze di recepimento. In Toscana no. Anzi: si è ribadito l’obblico con ordinanze successive ma in particolare con l’ordinanza 65 che a pagina 21 dell’allegato 1, quello con le schede tecniche, recita “Tutti gli spettatori devono indossare la mascherina” e punto. Come al solito il Pd toscano resta un passo indietro e penalizza ingiustamente i propri operatori».
Marchetti individua una certa incongruenza rispetto ad altri settori: «Al ristorante giustamente, ci mancherebbe altro, per consumare i pasti una volta al tavolo la mascherina si può togliere e mangiare e fare conversazione, con conseguente emissione di droplet. Al cinema però gli spettatori fermi, zitti e distanziati devono indossarla per l’intero spettacolo. Non è logico, ma soprattutto è penalizzante per i fruitori e, di conseguenza, per i gestori delle sale cinematografiche».
Marchetti chiede alla Regione di motivare la scelta: «Il Pd che con Iv governa la Toscana è sempre un po’ più sensibile alla tentazione del controllo sociale spinto. Ma non va bene essere più realisti del re. Presenterò un’interrogazione perché mi spieghino come mai la Toscana si rifiuti di recepire le linee guida ministeriali realizzate col Comitato Tecnico Scientifico – conclude – sfavorendo gli esercenti cinematografici toscani rispetto ai loro colleghi del resto d’Italia».
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