Filano via dai referendum e non si fondono, i comuni del Casentino i cui cittadini si sono trovati coinvolti in una girandola di quesiti che il Trivial Pursuit a confronto è cosa da pivelli. Se ne è parlato oggi in Consiglio regionale, dove è approdato il dibattito sulle proposte di legge – entrambe unanimemente bocciate – di fusione tra Chiusi della Verna, Castel Focognano e Chitignano da un lato, e sempre Chiusi della Verna, Bibbiena e Ortignano Raggiolo dall’altro con iniziativa popolare.
Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana Stefano Mugnai, che mai aveva nascosto la propria contrarietà a un metodo «confusionario e tutto calato dall’alto delle cabine di regia del Pd per equilibri interni al partito», poco fa in aula è tornato alla carica: «Questo del Casentino, pur in una stagione di bocciature dei referendum, resta l’esempio più fulgido di fusione forzata. Ricordo che io stesso chiesi anche il parere del collegio di garanzia, per capire se vi fossero i contorni di legittimità nel sottoporre ai cittadini di cinque comuni quesiti da tripla modello 1-X-2».
«La vicenda della doppia fusione, ridicola, io auspico sia l’epilogo di questa storia degli ultimi due anni di fusioni volute più per scopi e per sponsor politici – ha ricordato Mugnai – che per volontà delle comunità locali. Non funziona così. E quando si prova a far così si batte il naso sulla volontà dei cittadini».
«Spero – ha concluso Mugnai – che quella di questa modalità sia una stagione finita e che se ne apra una di riflessione, spero breve, sulle fusioni nella quale si rimetta mano alle regole di ingaggio. Se c’è la volontà, esiste la possibilità di fare un lavoro serio per non concludere in maniera triste quello che alla fin fine è uno dei punti programmatici vostri, tra l’altro. Lo spazio per dare nuovo slancio c’è, ma bisogna riscrivere insieme le regole del gioco e riconvincere i toscani che le fusioni non sono una fregatura ma sono un’opportunità».
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