«La Regione rende sempre più difficile curare e curarsi anche circoscrivendo i farmaci prescrivibili e orientando la scelta terapeutica del medico addirittura anche attraverso il software di gestione. Tutto in nome del risparmio. Ma noi non ci stiamo e abbiamo anche il dubbio che non sia così legittimo»: l’affondo arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che lo traduce sotto forma di interrogazione a risposta scritta dopo aver preso visione della delibera 828 del 23 luglio scorso (Interventi sull’assistenza farmaceutica territoriale per l’anno 2018) con cui la giunta regionale ha indicato alle aziende sanitarie gli obiettivi di contenimento della spesa farmaceutica.
Molte le limitazioni al consumo e, dunque, prima ancora, alla prescrizione: «Tra gli Indicatori di appropriatezza prescrittiva farmaceutica territoriale per il contenimento della spesa – si legge nell’interrogazione – si evidenziano limiti al consumo per i farmaci: 1) a brevetto scaduto […] 2) equivalenti […]» e poi ancora «antibiotici, antidepressivi, antidolorifici, cortisterioidi, antipsicotici».
Ora, osserva Marchetti anche nel suo atto: «Lo stesso Consiglio di Stato si è pronunciato in modo negativo rispetto alle Regioni che ‘sconsiglino’ l’utilizzo di alcuni farmaci piuttosto che altri. Dunque non sarebbe legittimo influenzare, con differenti scelte di politica farmaceutica ispirate al mero contenimento della spesa sanitaria, le scelte del medico nella prescrizione di un farmaco già valutato idoneo, soprattutto per la cura di malattie gravi. Ma siccome in Toscana siamo sempre a caccia di primati, qui ci si mettono anche la Asl Toscana Centro che a quanto ci risulta imprime una stretta ulteriore, e soprattutto il software di gestione che al momento della prescrizione mostra in via prioritaria, i prodotti aggiudicati. Non ci pare corretto, così come contestiamo che a pazienti già con il loro protocollo terapeutico debba essere imposto uno switch verso terapie potenzialmente meno efficaci».
Nell’interrogazione, che Forza Italia si prepara a proiettare anche alla Camera dei deputati con un atto affine, Marchetti di tutto questo chiede conto domandando «quante e quali le gare effettuate nel 2016 e 2017 per i biosimilari, se vi siano state gare congiunte per il farmaco “originator” e il suo biosimilare e se sì la percentuale del risparmio di spesa realizzato», «se questo sistema di gestione dei software sia legittimo o se invece non costituisca una imposizione ed una manipolazione tecnologica sulle scelte terapeutiche per mero fine di risparmio», «da quale impresa venga fornito il sistema di gestione delle prescrizioni per le varie Ausl della Toscana e se l’Assessorato abbia intenzione di proseguire su questa scelta anche alla luce delle recenti sentenze del Consiglio di Stato e degli appelli delle rappresentanze dei malati a non effettuare gli “switch” tra farmaci nei loro piani terapeutici» e infine «se gli indicatori di limiti al consumo e l’esclusiva visualizzazione a software di farmaci indicati nelle delibere richiamate, non contravvengano al principio di libertà prescrittiva e terapeutica e costituiscano una violazione dell’articolo 32 della Costituzione».
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