«Contare i danni, lo stato delle evacuazioni, attendere le ondate di piena con trepidazione nelle sale della protezione civile dove si monitora e si fronteggia l’emergenza è da batticuore. Ma questi sono il ‘durante’ e il ‘dopo’. C’è tutto un ‘prima’ su cui la politica ha il dovere di intervenire, ed è la fragilità nota del territorio regionale toscano rispetto al rischio idraulico. Secondo i dati del rapporto Ispra 2018 Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio, la Toscana è seconda in Italia per rischio idraulico. Sta peggio solo l’Emilia Romagna. I dati fotografano un’esposizione a pericolosità media del 12,1% del territorio regionale che però per il 6% è addirittura a pericolosità elevata»: ad aver recuperato i dati dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che guarda con preoccupazione agli eventi meteo di questi giorni ma vuole lanciare il ragionamento oltre l’ostacolo della contingenza.
«La fragilità della Toscana è nota e documentata. Beh: chi governa deve agire con incisività nei tempi non emergenziali, per non ritrovarsi a piangere poi lacrime che risultano di coccodrillo», considera Marchetti. «Le mosaicature – illustra – sono del 2017 e vedono Pisa come la provincia più esposta della Toscana, con indice di pericolosità media (P2) sul 23,8% del territorio (alta nel 10,9% dell’area provinciale). Segue Livorno con il 20,1% del territorio a indice P2, poi via via Pistoia (16%), Grosseto (15%), Prato (14,9%), Lucca (11,6%) per limitarsi agli indici a due cifre. E sono dati in peggioramento. Il Rapporto, a pagina 44, si guarda indietro e rispetto al 2015 include tra “gli incrementi più significativi della superficie classificata a pericolosità media […] il bacino dell’Arno e quelli regionali toscani […]”. Perché? In cosa hanno mancato Pd e sinistra di governo regionale? Cosa aspettano, visto che ai fondi strutturali risulta si sia attinto?»
La situazione preoccupa Marchetti sia per lo stato oggettivo, sia a livello tendenziale per via dell’arretramento attestato da Ispra rispetto alla sicurezza idraulica: «L’inerzia che produce il peggioramento degli standard di sicurezza – incalza Marchetti – va a combinarsi con un generico mutamento delle condizioni climatiche e della qualità degli eventi meteorologici cui anche la Toscana è soggetta. Così, mentre il territorio viene lasciato divenire via via più fragile, Madre Natura diventa più vigorosa. Se la storia è questa, quale sarà il finale è evidente a tutti».
I dati sull’esposizione forniti da Ispra sono assai dettagliati: «Oggi siamo tutti addolorati e in trepidazione per Venezia, per la sua gente, ma anche per il patrimonio artistico di cui la città lagunare è scrigno. Ebbene, sapete in Toscana quanti dei 17.397 beni soggetti a vincolo censiti sono esposti a pericolosità media rispetto alle alluvioni? 3.300, ovvero il 18,97% del totale. Con questa percentuale la Toscana è la quarta tra le peggiori d’Italia dopo Emilia Romagna, Veneto appunto e Liguria. Mi devo soffermare sui 954.721 toscani a rischio idraulico medio, ovvero il 26% della popolazione residente per un equivalente di 404.547 famiglie? Allora: non aspettiamo di piangere il disastro».
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