«Il protocollo di intesa sulla gestione delle Riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla preveda espressamente, anche eventualmente valutando la possibilità di stipulare una convenzione unica e univoca per l’intero sistema, il coinvolgimento nelle attività legate al Protocollo di intesa delle organizzazioni ambientaliste e degli esperti del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, così da scongiurare ogni rischio di marginalizzazione del loro ruolo prezioso e di compressione quanti-qualitativa delle loro attività»: è con questa istanza che il Capogruppo di Forza Italia nell’Assemblea toscana Maurizio Marchetti.
Attraverso una specifica mozione appena depositata in Consiglio regionale, Marchetti si fa portavoce delle preoccupazioni delle organizzazioni ambientaliste e dei cittadini in genere riguardo alle prospettive di segmentazione gestionale del sistema di aree umide conseguente all’applicazione del Protocollo di intesa per la gestione del sistema delle riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla di cui all’All. A della Delibera di Giunta regionale 703 del 25/06/2018, documento che coinvolge nella valorizzazione delle Riserve, oltre alla Regione Toscana, la Città Metropolitana di Firenze, le Province di Pistoia e di Lucca, i Comuni di Fucecchio, Ponte Buggianese, Cerreto Guidi, Chiesina Uzzanese, Pieve a Nievole, Monsummano Terme, Larciano, Lamporecchio, e Altopascio per quanto concerne il Lago di Sibolla.
I timori di una «compressione e marginalizzazione delle attività didattico-scientifiche qualificate» manifestati da cittadini e comitati non sono peregrini, ad avviso di Marchetti che infatti nel suo atto ricorda «l’evento Sibolla Horror organizzato dal Comune di Altopascio nell’ottobre 2018 con i primi fondi regionali introiettati per la gestione e valorizzazione del Lago ubicato nel suo territorio, con proiezione di film dell’orrore», mettendo nero su bianco l’intento «di dover evitare, da parte dei vari enti locali coinvolti nel Protocollo, il replicarsi di simili destinazioni dei fondi dedicati alla valorizzazione del bene naturalistico, presupponendo che intenzione autentica del legislatore sia la qualificazione di ambiente e fruizione dello stesso in senso didattico-scientifico».
Sì ma come? Contando su chi da anni opera in quelle aree con dedizione e competenza: «Mentre il Lago di Sibolla risulta solo saltuariamente valorizzato sotto il profilo della fruizione didattica, scientifica e formativa, il Padule di Fucecchio può contare fin dall’alba degli Anni Novanta del secolo scorso sull’attività qualificata del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio». Marchetti evidenzia i «timori che le organizzazioni ambientaliste e gli esperti del Centro stanno manifestando per il futuro delle loro attività, temendo una progressiva compressione e marginalizzazione del loro ruolo prezioso e anzi da amplificare ed agevolare nell’intero Sistema delle riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla».
Per questo impegna la Regione a rassicurarli attraverso formalizzazioni ufficiali, magari anche valutando forme convenzionali o comunque cristallizzando l’inclusione di queste realtà entro il Protocollo.
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