«Cambi il divano o il frigo di casa? Non sai se ti verrà ritirato quello vecchio, perché il ritiro ingombranti procede a singhiozzo. Vai in bagno? Occhio a non intasare i pozzetti perché ad oggi nessuno li spurga, non sapendo poi dove conferire il prelevato. Pensi di star tranquillo perché godi di allaccio fognario? Nisba, i depuratori non sanno come smaltire i fanghi di risulta. Sbatti la porta di casa e te ne vai al lavoro? Non ti salvi, perché intere filiere produttive sono alla canna del gas in assenza di impianti dove conferire i loro scarti di lavorazione, carta e tessile in primis. Siamo all’emergenza rifiuti. Basta la parola e si accende la sirena con i lampeggianti. Tutta colpa di non governo storico della materia da parte della sinistra regionale, ma a pagare sono i cittadini nella loro vita quotidiana»: l’analisi arriva dal Capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti ed è corredata dal supporto della contingenza.
«Non c’è che da sfogliare i giornali», osserva Marchetti. «Ogni giorno le cronache sono affollate da emergenze quando sugli spurghi, quando sui fanghi di depurazione, quando sul ritiro degli ingombranti, quando sulle discariche… ormai – affonda – basta la parola. Dici “rifiuti” e scatta l’emergenza».
La motivazione individuata dal Capogruppo azzurro in Regione è tutta politica: «La Regione nel corso dei decenni ha mancato di fare scelte sul tema dei rifiuti per non scontentare nessuno e strizzare l’occhio a certo ambientalismo integralista per servire il quale ci vorrebbe la bacchetta magica. Siccome però nessuno ce l’ha e per governare bisogna operare delle scelte – incalza Marchetti – allora i vari governi regionali hanno via via scelto di scaricare il barile alla giunta successiva. Scarica scarica, a suon di gocce il vaso ormai è colmo e ogni cosa diventa un problema non risolvibile, oggi, a colpi di ordinanze presidenziali arroganti».
«La situazione rasenta il danno irreparabile. Ma questo – conclude Marchetti – Rossi lo sa bene, e non fa nemmeno finta di no. Infatti non è stato in grado di produrre il Piano rifiuti che aveva promesso per luglio e ancora rallenta e rinvia all’autunno in attesa di relazioni da parte degli Ato per fare il punto di una situazione che un governatore dovrebbe già conoscere a menadito, tanto è delicata la questione. Intanto seduti sulla polveriera di un ciclo alla paralisi ci sono i cittadini a cui poco importa del suo consenso, se non possono nemmeno svolgere in pace le loro attività quotidiane».
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