Province sì, no, insomma: a tre anni dall’entrata in vigore della Legge regionale 3 marzo 2015 n. 22 Sul riordino delle funzioni provinciali, a che punto è l’attuazione? Forte del suo ruolo di consigliere provinciale a Lucca e forte di quattro mandati da sindaco, a domandarselo è stato il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che su questo ha invitato a riferire in Prima Commissione dell’Assemblea toscana l’assessore regionale al bilancio Vittorio Bugli. Richiesta esaudita, e oggi l’audizione: «E’ stata l’occasione giusta – riferisce Marchetti al termine della seduta – per confrontarsi su tematiche su cui la Regione non è percepita dagli amministratori e dalle comunità locali come ente competente sulle funzioni appena trasferite. Turismo, ambiente… su questo, ad esempio, regna ancora una gran confusione che rende inefficaci le azioni messe in campo».
La legge regionale fa seguito alla Legge Delrio 56/2014 sul riordino istituzionale con cui alcune funzioni un tempo appannaggio delle Province sono state trasferite alle Regioni: «Si è trattato di una riforma di fondamentale importanza per la vita delle Regioni stesse – certifica Marchetti – che hanno acquisito nuove titolarità su materie quali agricoltura, caccia e pesca, orientamento e formazione professionale, difesa del suolo, tutela della qualità dell’aria e dell’acqua da inquinamento, inquinamento acustico, parchi e aree protette, strade regionali (progettazione e costruzione delle opere) , ambiente (rifiuti e bonifica siti inquinati)». Tra vari problemi: «In primis il taglio di risorse previsto dalla Delrio pochi mesi dopo la sua entrata in vigore a causa della legge di stabilità 2015. Poi quello del passaggio, insieme alle funzioni, anche del personale provinciale con oltre 1.000 unità dal primo gennaio 2016. Ancora questi lavoratori stanno scontando un ritardo nell’equiparazione stipendiale ai colleghi regionali, ad esempio».
L’obiettivo di Marchetti era quello di far da pungolo: «La giunta deve affrontare con urgenza alcuni temi che dopo due anni si rendono necessari e improrogabili. Non ultimo quello, a due corni, legato al turismo per il quale da un lato da parte dei territori si manifesta l’esigenza di percepire la presenza della Regione nella funzione specifica, e dall’altro il problema legato ai comuni capoluogo che, secondo la legge, dovrebbero esercitare la funzione su tutto il territorio provinciale». Su questo punto Bugli e Marchetti hanno convenuto che sì: «C’è caos istituzionale e la Regione dovrà individuare soluzioni alternative».
Nella prossima seduta di Commissione Affari istituzionali, mercoledì 27 giugno, sempre su richiesta di Marchetti interverrà in audizione il Presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna che, spiega Marchetti, «contro il trasferimento delle funzioni ambientali, ha promosso ricorso al Tar».
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