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FIRENZE: Sanità empolese tra liste d’attesa e tagli al 118, Marchetti (FI): «Sempre meno medici, sempre meno infermieri, sempre meno Pet. Cosa resta della sanità territoriale?»

«In sanità e 118 la Regione predica investimenti e razzola tagli. Ma il sistema è già all’osso. Così si va a tutta birra verso l’implosione e anche a Empoli e dintorni le comunità locali e gli operatori sono legittimamente in ansia»: ad affermarlo è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, fresco di una rassegna stampa «che pare un bollettino di guerra tra pazienti che non riescono ad accedere alle prestazioni e operatori dell’emergenza che si vedono sul capo la spada di Damocle di ulteriori tagli».
Sul 118 in particolare, Marchetti non fa mancare la stoccatina al Pd: «Leggo da parte del Pd le rassicurazioni rispetto ai timori di privatizzazione dell’emergenza-urgenza territoriale espressi da alcune sigle sindacali. Vero. Infatti qui l’impressione è un’altra, ovvero che dopo aver demedicalizzato le postazioni si proceda a un ulteriore taglio dei Pet, al momento una roulette russa, con sottrazione progressiva anche del personale infermieristico con peso crescente sui volontari. Il motivo? Ovvio: ambulanze spesso frutto di donazioni con a bordo solo volontari per la Regione che non scuce nemmeno i rimborsi per la benzina dei mezzi di soccorso diventa a costo zero. Ma è sostenibile? Noi non lo crediamo affatto».
Quanto alle liste d’attesa la questione, osserva il capogruppo azzurro, ciclicamente si ripropone in maniera diffusa geograficamente e per tipologia di prestazioni: «L’esito è sempre lo stesso, col paziente costretto a rivolgersi al privato o all’intramoenia con spese a suo carico per via dell’inaccessibilità a un sistema che già paga con tasse e ticket tra i più alti d’Italia. Il fatto che nel 2017 la Asl Toscana Centro ammetta di aver dovuto erogare 3.362 rimborsi da 25 euro per sforamento dei termini di legge nell’accesso alle prestazioni sanitarie la dice lunga, perché questa non è che la punta di un iceberg chiamato ‘effetti della riforma 2015 voluta dall’allora Pd’. E’ ora di cambiare».

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