«Le infrastrutture mai nate che condannano la Toscana a una mobilità granducale e l’Italia comunque a muoversi su reticoli ottocenteschi ormai rappresentano un’emergenza ordinaria. Per questo il decreto Semplificazioni non fa il suo dovere, che sarebbe stato quello di rendere ordinario ciò che oggi è straordinario e invece funziona: la gestione commissariale dei cantieri fermi da un’alba dei tempi amministrativi di cui è perfin difficile conservare memoria»: così il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che boccia alle fondamenta del decreto Semplificazioni.
«Al di là di un elencazione di opere selezionate alla bell’e meglio perché non sono altro che la punta di un iceberg di stallo imponente – incalza Marchetti – io non trovo quel che serviva. Ovvero la presa d’atto che il non fatto nel tempo oggi configura tutto emergenza. In questo senso, incidere sulle gare non serve. Bisogna che Pd e sinistre a ogni livello istituzionale rinuncino alla loro sete di controllo procedurale che imprigiona i cantieri e i progetti entro un reticolo di autorizzazioni e pareri spesso ridondanti, sovente stratificati, quasi sempre dai tempi dilatati a dismisura. Tutto per non rinunciare al potere generato dall’apparato. Ma così la Toscana muore».
Nello scorrere l’elenco delle 130 infrastrutture individuate dal governo come prioritarie, Marchetti strabuzza gli occhi: «Io capisco che da Roma la Toscana voglia esser vista come il regno delle frutta candita per via degli allineamenti politici – sottolinea – ma non mi si venga a dire che le sole infrastrutture urgenti nella nostra regione siano tre. Tre di numero, una due e tre: Tirrenica, Due Mari e Ponte di Albiano Magra. Queste opere sono realmente indispensabili. Ma non sono le sole. L’aeroporto di Firenze con la sua nuova pista? Il sistema tangenziale di Lucca in parte anche già finanziato e ritenuto necessario fin dal 1935? La nostra rete ferroviaria? E quella autostradale a due corsie? Le arterie gestite da Anas e particolarmente malconce in gran parte? Qui va messa mano a tutto. E di certo dimentico qualcosa mentre compongo il pacco rifilato dalle amministrazioni e dai governi regionali di sinistra in Toscana. Uno spreco silente, ma uno spreco».
Secondo Marchetti ormai «tutto è divenuto talmente indispensabile da integrare, di fatto, un’emergenza». Per questo il Capogruppo regionale di Forza Italia stronca l’impianto del decreto per i riflessi toscani, ma anche più in generale: «L’ordinarietà dell’immobilismo di sinistra – afferma – è divenuta una straordinaria emergenza. Per questo il decreto avrebbe dovuto tramutare la gestione commissariale, oggi straordinaria, in procedura ordinaria, strutturale e permanente. Non è mancato il coraggio. Manca la volontà politica di liberare le energie del territorio. Un popolo libero è meno controllabile. Questo teme la sinistra, per questo motivo trattiene le strade come fossero briglie».
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