FIRENZE – “Abbiamo deciso di avviare una raccolta firme per chiedere al Comune di prorogare l’apertura a tempo delle due porte telematiche, varata per aiutare le attività del centro storico di Firenze. La decisione improvvisa di Palazzo Vecchio di mettere fine all’apertura anticipata delle due porte della Ztl del lungarno Vespucci e di via della Scala, è una mazzata per il commercio, già in situazione tragica a causa delle conseguenza dell’emergenza Covid. Ci batteremo fino all’ultimo insieme a commercianti, ristoratori e artigiani, perché il sindaco Nardella ritorni sui suoi passi”. Lo annuncia il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia).
“Il centro di Firenze è in forte sofferenza – sottolinea Stella – e ha bisogno di ossigeno per sopravvivere. L’apertura delle due porte era un modo per consentire a chi non risiede nella Ztl di accedere e raggiungere le nostre attività. Questo dietrofront del Comune dopo soltanto un mese è una scelta grave, ingiusta e miope. Siamo fortemente delusi dalla decisione di Palazzo Vecchio. In questo periodo di grave crisi economica, con l’assenza di turisti, le attività del centro possono contare solo sui fiorentini, ma se non si facilita l’accesso al centro, è tutto inutile. Molti locali e negozi del centro stanno chiudendo, e molti chiuderanno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, spero che Nardella ne sia consapevole”.
Forza Italia chiede anche che l’ordinanza che consente ai locali di mettere all’esterno i tavolini dal giovedì alla domenica a partire dalle 18:00, venga modificata e che “i tavolini possano essere posizionati anche dalle 11:00 alle 14:00 negli stessi giorni, in modo da favorire l’afflusso di clienti durante l’orario di pranzo. La possibilità di mettere tavoli e sedie fuori da bar e ristoranti – ricorda Stella – ha aiutato numerosi locali a incrementare i guadagni. L’Amministrazione comunale ha il dovere di schierarsi dalla parte di chi produce ricchezza e occupazione; l’incremento delle entrate permetterà a tanti datori di lavoro di far uscire i propri dipendenti dalla Cig, o comunque di non dover chiudere”.
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