«Niente abbaini con cui dare luce al solaio, ristrutturazioni ferme, cambi di destinazione d’uso bloccati, sottotetti che custodiscono gelosamente le loro ragnatele. Tutta colpa della sospensione delle procedure amministrative imposta dal decreto Cura Italia prima e poi prorogata dal successivo decreto Liquidità, e che la Regione ha supinamente recepito senza pensare che lo svolgimento delle varie istruttorie amministrative non comporta certo rischi sanitari. Morale: ora è tutto bloccato e, soprattutto nelle materie dell’edilizia già azzoppata dalla crisi, si è abbattuta la grucciata del governo toscano. Intanto 1.386 imprese del comparto edile nei primi tre mesi dell’anno hanno cessato l’attività»: a muovere l’osservazione è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti.
«La sospensione dei procedimenti amministrativi – spiega – è stata prevista dal Cura Italia all’articolo 103, accompagnata da un passaggio che comunque rimette alle singole amministrazioni la possibilità di adottare “ogni misura organizzativa idonea ad assicurare la ragionevole durata e la celere conclusione dei procedimenti”, proprio per evitare la paralisi totale delle pratiche amministrative La Giunta Regionale Toscana, con la fregola di Rossi a far sempre il primo della classe, ha emesso una delibera, la 433 del 30 marzo scorso, riferita ai procedimenti urbanistici ed edilizi di competenza comunale».
«La delibera – evidenzia Marchetti – si è limitata a confermare la sospensione, con conseguente allungamento dei tempi di conclusione delle pratiche di quasi 90 giorni, senza nemmeno tentare di mandare un segnale opposto a Comuni. Soprattutto in questo momento di assoluta difficoltà per il settore, la giunta avrebbe potuto e dovuto sollecitare ed indirizzare gli enti locali ad adottare misure organizzative tali da scongiurare la paralisi delle varie pratiche, come del resto consentito dagli stessi decreti. E invece dalla Regione è arrivato ben altro segnale: sospendete tutto».
Quindi tutto fermo: «La sospensione, scattata il 23 febbraio, dal termine del 15 aprile è stata prorogata al 15 maggio. Nel frattempo erano fermi anche i costruttori, ma se intanto le pratiche in itinerefossero state portate a dama, adesso le ditte avrebbero potuto cantierizzare immediatamente. Con soddisfazione di chi è in attesa di poter ristrutturare casa o costruirla, o insomma rendere realtà il proprio progetto cui mancano solo i sigilli di una burocrazia rimasta invece ferma perché il governo toscano non si è preoccupato nemmeno di sollecitare i Comuni alla prosecuzione degli iter per pratiche come quelle urbanistiche tranquillamente perfezionabili anche in remoto».
Intanto la crisi morde: «L’analisi trimestrale Movimprese per conto di Unioncamere ci dice che solo tra gennaio e marzo hanno chiuso i battenti in Toscana 1.386 imprese: 385 che si occupavano di costruzione di edifici, 986 di lavori di costruzione specializzati, 15 di ingegneria civile».
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