«Bene che si affronti un problema serio come quello della qualità dell’aria, che ad esempio nella Piana di Lucca presenta sforamenti degli inquinanti oggetto anche di procedura d’infrazione in sede europea, male però che lo si faccia senza mettere in campo strumenti altrettanto seri e sulla base di dati obsoleti. Per questa duplicità di valutazione come Forza Italia rispetto al Piano regionale della Qualità dell’Aria ci asteniamo»: questa l’espressione di voto dichiarata stamani in aula di Consiglio regionale dal Capogruppo di Forza Italia Maurizio Marchetti rispetto all’adozione di un Piano regionale della Qualità dell’Aria (Prqa) definito come debole, «limitativo e privo di incentivi».
«Il documento – osserva Marchetti – sa solo imporre limitazioni ma non fornisce alcuna forma di incentivo per la messa in atto di misure di contenimento delle polveri sottili. E le limitazioni – aggiunge – non sono poco impattanti se si pensa che ad esempio si dispone il divieto di nuovi impianti a pellet. Le comuni stufe, insomma, in uso nelle civili abitazioni».
«Ancora – spiega il Capogruppo azzurro – lascia stupefatti la decisione di prevedere in alcuni tratti autostradali il limite di velocità a 100 chilometri orari senza averlo concordato con la Società Autostrade, mentre poca stringenza e attuabilità si ravvisa nell’invito ai Comuni a provvedere al lavaggio strade più di frequente, dunque con maggiori oneri di spesa».
E poi, oltre al merito, c’è anche il metodo a lasciare insoddisfatta Forza Italia: «Noi chiedevamo, data l’importanza di questo Piano, che in Consiglio si effettuasse prima il passaggio dell’adozione e solo dopo la fase di osservazioni quello dell’approvazione. In questo modo – riflette Marchetti – si sarebbe potuto interagire con i territori e recepirne le istanze, confrontandoci. Questo è stato negato, il Piano è stato portato direttamente in approvazione e questa procedura ci vede in disaccordo. Insomma, con questo Piano si affronta un problema serio e questo è lodevole, ma poi non lo si analizza seriamente e non si mettono in campo né incentivi né misure concrete».
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