«Nella settimana di lavori che si apre col 18 febbraio il passaggio in aula a Montecitorio, poi la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli affidi all’interno della comunità-setta del Forteto in Mugello, nella provincia di Firenze, sarà finalmente realtà e potrà avviare i suoi lavori. E’ un traguardo atteso su cui ho lavorato per anni e sono orgoglioso che sia giunto il momento di tagliarlo»: così il Vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera Stefano Mugnai, egli stesso autore di una delle tre proposte di legge in questione, ovvero la 390 depositata il 26 marzo scorso.
«Il testo istitutivo in esame – spiega Mugnai – è il medesimo già approvato all’unanimità dal Senato. Se gli esiti saranno i medesimi anche alla Camera, l’organismo bicamerale diverrà operativo. Auspico che i gruppi parlamentari indichino rapidamente i propri rappresentanti per consentire l’avvio dei lavori. Sono certo che, grazie alle prerogative di una Commissione d’inchiesta parlamentare, potremo andare più a fondo nell’analisi delle cause sui trent’anni di orrori al Forteto e su quale dramma e corto circuito istituzionale si sia verificato nella storia di questo pezzo di Toscana».
Mugnai segue la vicenda ormai da anni. Nel Consiglio regionale della Toscana, nel 2012 fu presidente della prima commissione regionale di inchiesta, quella che portò alla luce il sistema di violenze e abusi su minori praticato all’interno di quella che anche la magistratura avrebbe in seguito bollato come comunità-setta, esprimendo condanne fino al terzo grado di giudizio.
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