«Il fatto che un farmaco non subisca alterazioni e non deperisca tra i 2 e i 25 gradi, non significa doverlo per forza abbandonare a subire quello sbalzo termico per poi vederlo cristallizzare e non poterlo più distribuire per la somministrazione. Possibile che i dispensari non siano dotati di celle di conservazione a temperatura controllata che rendano stabile lo stato dei farmaci, soprattutto dei preparati salvavita? Se non è così, che la Regione provveda subito»: l’indicazione arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti alla luce del caso sollevato dalle cronache locali di Grosseto di un paziente oncologico che per un mese intero non ha potuto ritirare in dispensario gli amminoacidi ramificati che avrebbe dovuto assumere via flebo. Motivo? Si era cristallizzata l’intera partita a causa degli balzi di temperatura degli ultimi giorni.
«Per quel paziente specifico – osserva Marchetti – adesso il problema è stato risolto. Ma in generale come la mettiamo con le modalità di conservazione di farmaci che tra l’altro non è possibile stoccare data la loro particolarità? Il fatto che non deperiscano tra i 2 e i 25 gradi, non significa che vadano esposti a quello sbalzo per poi lasciarli diventare indisponibili al malato. Servono celle di conservazione a temperatura costante, per questo genere di preparati. E’ talmente evidente… eppure con tutte le figure apicali di cui la Regione governata dalle sinistre ha voluto dotare il sistema sanitario regionale con eccellenti e sopraffini burocrati ecco: i preparati liquidi per le flebo destinate a terapie antitumorali si cristallizzano a partite intere. Complimentoni».
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