«La Regione sulle vertenze occupazionali arriva sempre troppo tardi, ma oggi più che mai chiediamo alla giunta toscana di non lasciare indietro nessuno, e in particolare i 21 bidelli della provincia di Grosseto e i 268 toscani rimasti esclusi dal processo di internalizzazione e quindi sostanzialmente destinati a finire disoccupati»: l’appello arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che, proprio nel contesto emergenziale generato dalla diffusione del Covid-19, invita a non abbassare la guardia rispetto alle altre vertenze.
«La situazione che l’altro giorno è precipitata con la chiusura delle trattative a livello nazionale sugli appalti pulizie nelle scuole – ricorda Marchetti – si trascina da tempo. La Toscana cosa ha fatto? Come si è impegnata rispetto ai lavoratori finora a rischio e adesso sull’orlo della disoccupazione?»
«Oggi il contesto di emergenza sanitaria aggrava le lacerazioni lasciate aperte negli anni dal Pd e dalla sinistra che non ha saputo o voluto governare alcune materie – incalza Marchetti – così da lasciarsi sempre qualcosa da finanziare, qualche nastro da tagliare, qualche tappetino rosso da percorrere una volta a ridosso delle elezioni. Ecco. Oggi a ridosso delle elezioni abbiamo un virus in larga misura ancora ignoto di cui però una cosa già la sappiamo: al di là degli aspetti squisitamente sanitari, il Coronavirus produce un contagio profondamente avverso rispetto alle nostre economie. Ecco quindi che quanto non è stato affrontato in passato, oggi diviene a sua volta un’emergenza. Tante emergenze percepite come piccole dall’alto dei palazzi di governo regionale, sono una enorme emergenza per i territori e per le famiglie che patiscono il contraccolpo».
«Per questo – conclude Marchetti – noi oggi sollecitiamo la Regione a non lasciare indietro nessuno, tanto meno i 21 lavoratori e lavoratrici del Grossetano e i 268 toscani che come bidelli nelle nostre scuole concorrono ad assicurare pulizia, igiene e controllo degli ambienti in cui normalmente i nostri ragazzi passano tante ore. Sono lavoratori preziosi, e preziosa per l’intera collettività è la loro occupazione».
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