«Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono riuniti oggi ad Arcore e hanno concordato la linea comune da sottoporre all’attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in merito alla formazione del prossimo governo».
Alla vigilia della settimana in cui prenderà forma il secondo giro di consultazioni quirinalizie il centrodestra batte un colpo importante, dettando una linea comune, ribadendo la necessità di rispettare il verdetto elettorale e annunciando di non essere disposto ad accettare un governo non guidato da una personalità di centrodestra. Una personalità di centrodestra, appunto, il che implica, se ciò sarà necessario, la disponibilità di Salvini a fare un passo indietro a favore di un’altra figura indicata dalla coalizione, con un diritto di precedenza sulla scelta concessa al Carroccio.
«I tre leader rivendicano la necessità che dopo anni di governi nati da giochi di palazzo, il prossimo esecutivo sia rispettoso della volontà espressa dai cittadini nelle elezioni dello scorso quattro marzo» scrivono dopo un vertice che va in scena subito dopo pranzo ad Arcore. «Quasi il 40% degli italiani ha scelto di dare la propria fiducia ai partiti del centrodestra ai quali oggi spetta, indubbiamente, il compito di formare il governo». Sono tre i punti dai quali i leader non intendono prescindere: «Un presidente del Consiglio espressione dei partiti di centrodestra, l’unità della coazione e il rispetto dei principali punti del programma sottoscritto prima del voto, quali il taglio delle tasse, incentivi al lavoro, il blocco dell’immigrazione clandestina, garanzie per la sicurezza dei cittadini e sostegno alle famiglie».
I tre sarebbero d’accordo anche su come definire e formare l’eventuale maggioranza di governo. L’idea, infatti, sarebbe quella di chiedere a Mattarella di formare un governo che abbia la possibilità di presentarsi in Parlamento con alcuni punti programmatici cercando la fiducia anche di parlamentari esterni al centrodestra. E se il tentativo dovesse fallire, a quel punto la strada maestra sarebbe il voto. Una strada su cui la Lega pare un pizzico più prudente. A metà pomeriggio e prima di un comizio a Treviso, infatti, Salvini dice la sua su Facebook. «Vorrei, finalmente, un governo scelto dai cittadini. Se il voto degli italiani conta, è giusto che la coalizione che ha preso più voti abbia la responsabilità di governare. Cancellare la legge Fornero, tagliare sprechi e burocrazia, difendere l’Italia dalle disastrose politiche europee, ridurre le tasse, garantire la legittima difesa, espellere i clandestini. Si parte da qui, di altro si può discutere» continua. «In settimana continuerò a dialogare con altri (a cominciare da Di Maio) l’unica cosa che escludo è fare un governo insieme al Pd. Se ci saranno i numeri per governare sarò orgoglioso di farlo, altrimenti meglio tornare ad ascoltare gli italiani». Un piano B? «Io ho solo piani A. O un governo che parte dal centrodestra che può fare le cose, evidentemente con i Cinquestelle, oppure il voto». Nel frattempo il Carroccio informalmente fa sapere di essere contrario alla conta in Parlamento. Ipotesi che vede di buon grado Berlusconi, mentre Giorgia Meloni è possibilista. «I numeri si cercano. L’importante è su cosa» dice ospite di Domenica Live su Canale5. «Chiediamo l’incarico, indicheremo Salvini e vediamo chi ci sta. Non ho problemi a dialogare», assicura pur profilando la via dello scouting: «Io sono per parlare direttamente con i parlamentari. Anche perché quelli per far nascere un governo non sono numeri difficilissimi».
Fonte: Il Giornale
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