«Leggere appelli da parte della Asl ai malati affinché non si rechino in pronto soccorso per non creare difficoltà alla struttura stremata dalla mancanza di assunzioni che il Pd ha voluto praticare negli anni scorsi, oggi non è accettabile dinanzi all’assenza di una rete territoriale di assistenza e cura capace di rispondere ai bisogni di salute del paziente acuto, o anche solo che si autopercepisce come tale. Cioè la voglio fare semplice: ma uno che si sente male all’improvviso e non capisce cos’ha, ma dove altro potrebbe dover andare?» A parlare così è il Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti che, fresco di lettura della rassegna stampa mattutina, non ha apprezzato l’appello avanzato dal responsabile di dipartimento emergenza della Asl Toscana Nord Ovest ai livornesi ad evitare di recarsi in pronto soccorso.
«Capisco la preoccupazione per gli accessi cosiddetti inappropriati – riflette Marchetti – ma questa è una valutazione tecnica. Chi sta male non ha le competenze per capire se il suo accesso sia più o meno appropriato: lo scopre dopo. E mancando tutta la rete territoriale di cura, uno non sa dove battere il capo. Letteralmente. Capisco che è il classico gatto che si morde la coda, ma qui la responsabilità di un settore emergenza malato grave come quello di Livorno, che però si inquadra in una cornice più ampia di autentico collasso del comparto, è tutta di una politica regionale targata Pd che si è rifiutata di stabilizzare e reclutare medici specializzati quando poteva e quando Forza Italia per anni lo invocava».
«Non hanno voluto – ricostruisce il Capogruppo regionale di Forza Italia – e oggi sappiamo il perché: mentre Rossi si riempiva la bocca dell’espressione “equilibrio contabile”, in realtà il sistema sanitario regionale stava maturando un debito che oggi grava sul capo dei toscani per 8.820.000 euro l’anno da qui al 2037. Intanto, a furia di promesse disattese, i professionisti che hanno potuto hanno abbandonato la nave veleggiando verso altre regioni che bandivano concorsi, conquistando l’agognata, e meritata, stabilità. E noi in Toscana rimaniamo anatre zoppe dell’emergenza urgenza».
«Purtroppo leggere sui giornali che tra ospedale e 118 l’emergenza urgenza livornese manca di medici non è una sorpresa. Questo è uno di quei casi – sottolinea Marchetti – in cui ci dispiace aver avuto ragione. In nome del contenimento della spesa e comunque arrivando sull’orlo del commissariamento, la sanità targata Pd non ha saputo far altro che succhiare fino al midollo un sistema valido come quello toscano per accaparrare consenso. Poi adesso la sola idea che è stata capace di mettere in campo consiste nell’inserimento dei neolaureati nei pronto soccorso, in una sorta di singolare sindrome di Munchausen per procura in declinazione politica».
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