«La Regione deve tentare il tutto per tutto per recuperare e restituire a nuova vita la Torre di Calafuria, sul litorale di Livorno tra Antignano e Quercianella, anche eventualmente valutando la possibilità di far da capofila di progetti artistico-culturali coi quali accedere al decreto interministeriale del 2015 in cui il Demanio, proprietario della struttura, la aveva inserita quale spazio culturale. Lì erano previsti anche stanziamenti a fondo perduto per la manutenzione straordinaria. La Torre però è chiusa dal settembre 2013 e l’abbandono se la sta divorando a morsi con degrado crescente. Che si aspetta? Si attivi la Regione»: questo il senso della mozione con cui il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti farà svettare il baluardo difensivo costruito tra il XVI e il XVII secolo direttamente sui tavoli della giunta regionale toscana affinché se ne occupi.
«Ci sono passato davanti alcune settimane fa – racconta Marchetti – e l’ho vista lì, con le sue impalcature di sostegno. Il tetto pericolante. Le facciate scrostate. Ho provato a cercare se vi fossero soluzioni percorribili e forse una chiave d’accesso alla via del recupero della struttura l’ho trovata. Chiedo alla Regione di utilizzarla, perché la Torre che ha ospitato lo studio del pittore e vignettista Alberto Fremura risulta inaccessibile dal 23 settembre 2013, quando dal ballatoio e dal tetto si staccarono in direzione scogli laterizi e pietre».
Il bene – che come scrive Marchetti nel suo atto «si innalza per circa 20 metri» ed è «parte del sistema difensivo che la città di Livorno aveva elaborato attraverso una serie di fortificazioni tra il XVI e il XVII secolo» – è attualmente «di proprietà del Demanio artistico e storico che, il 22.12.2015, la indica tra gli edifici da includere nei benefici previsti con Decreto interministeriale n. 514 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Mibact) di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che disciplina le modalità di utilizzo dei beni immobili di proprietà dello Stato non utilizzabili per altre finalità istituzionali, e non trasferibili agli enti territoriali ai sensi del decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85, destinati ad ospitare studi di giovani artisti italiani e stranieri per la realizzazione di produzioni di arte, musica, danza e teatro contemporanei, Decreto registrato dalla Corte dei Conti il 17.03.2016».
«Con tale disposizione interministeriale – dettaglia ancora la mozione del Capogruppo di Forza Italia – si prevede di poter assegnare alcuni beni a soggetti che presentino “adeguato progetto artistico, di durata almeno decennale” (art. 3 comma 3) dietro “canone mensile simbolico non superiore ad euro 150 con oneri di manutenzione ordinaria”, mentre per la manutenzione straordinaria (art. 4 comma 2) “a favore degli assegnatari degli immobili […] è prevista l’erogazione di contributi a fondo perduto in proporzione alle spese sostenute a valere su apposito fondo istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze”».
«Dallo stato in cui ho visto essere la Torre – osserva Marchetti – desumo che quei fondi non siano stati attivati». Quelli o altri, qualcosa insomma si faccia. E Marchetti lo chiede alla Regione invitandola «ad attivarsi, per quanto nelle proprie prerogative e presso tutti gli enti coinvolti, affinché la Torre di Calafuria ottenga la meritata riqualificazione e torni a costituire un punto di riferimento per le attività artistiche e culturali della Toscana e della Costa degli Etruschi» e «a valutare la possibilità per la stessa Regione di farsi capofila di progetti utili ad attingere a ogni opportunità di finanziamento ed erogazione risorse da destinare a questa finalità».
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