«E’ vero che a fine gennaio 2020 chiuderà il canile di Diecimo a Borgo a Mozzano che, in regime di convenzione, accoglie i cani vaganti o ceduti di tutti i Comuni delle due Unioni di Garfagnana e Mediavalle del Serchio? E semmai come si pensa di fare per garantire la permanenza della sessantina di cani ospiti sul territorio? Ci sono piani per una nuova struttura o per rilevare la struttura attuale dal privato titolare, anche in locazione? Insomma: quali prospettive ci sono per la gestione del randagismo nell’area?» A domandarlo alla giunta toscana è Maurizio Marchetti (Capogruppo regionale FI) che accende i riflettori sul canile di Diecimo e il suo futuro direttamente nelle stanze della Regione.
«Mi arrivano segnalazioni circa la chiusura della struttura – racconta Marchetti – ma nemmeno mezza voce anche remota su una possibile soluzione alternativa. Ed è grave. Per questo alla Regione chiedo la verità, i tempi e le soluzioni. La gestione del randagismo non è un fatto residuale e contiene in sé non solo gli aspetti pet lovers, ma anche i riverberi di prospettiva. Catturare e inserire in rifugio un cane vagante non significa solo metterlo in condizione di poter essere accolto in una famiglia, ma anche sottrarlo alla catena di inselvatichimento e ibridazione che poi porta al moltiplicarsi delle predazioni che già oggi stroncano i nostri allevatori. Bisogna pensare bene ai fenomeni, conoscerli e gestirli non solo con l’emotività», sottolinea Marchetti.
Ecco dunque l’interrogazione in cui Marchetti rielabora in forma istituzionale questi contenuti e domanda innanzitutto se siano fondate le segnalazioni che gli giungono circa la chiusura nel giro di un mese e mezzo del canile di Diecimo che, «attualmente, ospiterebbe tra i 50 e i 60 cani». Che fine farebbero? Marchetti esprime «preoccupazione per le sorti dei cani attualmente ospitati nella struttura, nonché per la futura gestione del randagismo in quella porzione tanto vasta di territorio» e chiede certezze.
A questo fine chiede alla Regione di attivarsi presso le due Unioni dei Comuni interessate – Mediavalle del Serchio e Garfagnana – per individuare una soluzione alternativa che mantenga i cani sul territorio «creando una struttura almeno rifugio» o «valutando la praticabilità di acquisire magari in locazione la struttura attuale dal privato titolare».
«I cani ospitati a Diecimo – scrive Marchetti – sono una risorsa collettiva in quanto animali in capo ai singoli Comuni delle due Unioni di riferimento». Per questo invoca chiarezza per i cittadini, oltre a «massima stabilità per i cani in termini di permanenza sul loro territorio, scongiurando trasferimenti estenuanti e fonte di stress per gli incolpevoli animali».
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