«Pazienti che non si riescono a curare, cliniche che non riescono a lavorare malgrado abbiano budget inerti perché vincolati a curare solo i pazienti toscani che però non esprimono domanda sufficiente ad assorbire i plafond di spesa convenzionale. Sono gli effetti perversi dei nuovi tetti imposti dalla Regione Toscana alle cliniche private con la delibera 1120 dell’8 novembre scorso, di fatto una scure sul sistema della sanità privata convenzionata che adesso sta pagando in termini di occupati e paralisi dell’operatività in regime di convenzione. Solo alle Barbantini-Santa Chiara di Lucca, dopo l’entrata in vigore della delibera in questione 20 persone hanno perduto il posto di lavoro, mentre l’intero terzo piano della clinica è stato chiuso»: torna a lanciare l’allarme cliniche private, il Capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti preoccupato per i dati che gli arrivano dalle aziende stesse.
Non solo: «Al paradosso di aziende che hanno ancora budget ma non possono utilizzarlo perché ormai a destinazione vincolata – sottolinea – fanno fronte le storie dei pazienti che non trovano più accoglienza per specialità peculiari talvolta espresse solo in alcuni centri di cura. E’ il caso di un signore che dalla Puglia ha messo in moto gli avvocati, pur di poter continuare la propria terapia per le ulcerazioni al derma che lo tagliano letteralmente a fette e per le quali alla Barbantini-Santa Chiara di Lucca aveva trovato sollievo. Finché non gli hanno detto che basta: non avrebbe più potuto ricevere trattamenti in regime di convenzione. Sono rimasto davvero scosso, nel leggere quanto scritto dal legale di questo signore».
E’ l’avvocato Domenico Dell’Aere a interessare della situazione del suo assistito, di Canosa di Puglia, sia i media che la giunta regionale: «Le scrivo – si legge nella sua lettera – in nome e per conto di un mio assistito affetto da ulcere devastanti degli arti inferiori […] Dopo anni di peregrinazioni il paziente era stato accolto e curato […] nella Clinica Barbantini-Santa Chiara di Lucca. Qui, per la prima volta, aveva trovato un grande giovamento con un processo di guarigione ben avviato. […] E’ stato quindi con sua somma sorpresa che, quando ha richiamato i Medici lucchesi nelle scorse settimane, gli è stato risposto che non poteva più essere accolto nella struttura perché una recente disposizione della Regione Toscana permette il ricovero nella suddetta Clinica esclusivamente ai pazienti toscani. […] Chiedo, pertanto, di consentire al mio assistito di poter ricevere le cure necessarie nell’ambito della Regione Toscana. In difetto, mi rivolgerò senz’altro alla Magistratura competente».
Marchetti chiede un’operazione di buon senso: «Che si sarebbe generato questo inceppamento noi lo dicemmo subito, ed è stata un responsabilità politica grave, da parte del Pd e della giunta toscana, non aver voluto apportare correttivi anche ascoltando le aziende. Non ci sono più soldi? Male, malissimo ma pazienza: si resti in quei budget. Si lascino però le cliniche libere di utilizzarli effettivamente per curare le persone e di riversarli, laddove la domanda da parte dei toscani non saturi quella fetta di torta economica, anche su altri malati. Così le cliniche potranno lavorare e fare impresa, mentre chi soffre troverà aperte le porte terapeutiche per lui più efficaci».
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