Ve la ricordate? A 73 anni le avevano dato appuntamento per la visita dal ginecologo a distanza di 9 mesi. Tanta roba. Accadeva in Versilia lo scorso settembre, e su questo caso il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti aveva presentato un’interrogazione per capire gli effetti delle delibere con cui la giunta toscana fissa tempi massimi per le erogazioni di prestazioni sanitarie, dato che la realtà poi parla un’altra lingua. Oggi è arrivata la risposta scritta e sì: «Stando ai report sulla Asl Toscana Nord Ovest che la Regione ci fornisce – illustra – le visite ginecologiche paiono davvero essere uno tra i talloni d’Achille della sanità versiliese. Nel territorio Zona Versilia, quello coincidente con la vecchia Asl 12, solo il 15% delle richieste di accesso a quella specialistica in classe D, e dunque da garantire entro 15 giorni, vengono soddisfatte. E’ un dato peggiore rispetto a quello dell’intera Area vasta».
Un picco critico? Potrebbe essere, e ad ammettere «un’obiettiva criticità sulla visita in oggetto» (quella della paziente 73enne di cui sopra, ndr) sono gli stessi uffici di giunta che affermano, sul caso specifico, di aver «chiesto riscontro anche all’Azienda» per «un maggiore approfondimento». I tempi di garanzia per l’accesso alle prestazioni diagnostiche e specialistiche sono stati ribaditi e ristabiliti dalla Regione di recente. E’ del 2 luglio 2018 la delibera 750 sul contenimento delle liste d’attesa che nell’Allegato A indica con chiarezza le attese massime per il cittadino. «Nove mesi no, non sono contemplati», sottolinea Marchetti.
Ora la risposta alla sua interrogazione gli fornisce un report sullo stato delle liste d’attesa per le prestazioni e le visite oggetto di monitoraggio dal gennaio al novembre 2018 sia in area vasta che in Versilia. Risultato? «Criticità nel rispetto dei tempi ce ne sono eccome. Se non è dato conoscere le sorti degli sventurati versiliesi che hanno richiesto in via d’urgenza, dunque entro 3 giorni, visita oculistica, ortopedica e neurologica, piuttosto che una mammografia, un ecocolordoppler dei tronchi sovra aortici o dei vasi periferici, nonché un’ecografia a capo e collo, si sa invece che dei 60 pazienti che hanno bussato alle porte della ex Asl 12 per ottenere un’elettromiografia con classe D è stato aperto nei tempi di legge di 60 giorni appena all’1,7%. Davvero scarsa, 15,1% del rispetto dei tempi, anche la performance sulla colonscopia. Nel complesso – conclude Marchetti – è proprio la classe D quella in cui si arranca di più ad assicurare il rispetto del limite a 60 giorni per le prestazioni diagnostiche o a 15 per le visite specialistiche».
In Area vasta, poi: «Le carte si mescolano – riepiloga Marchetti – ed è proprio ciò a cui la riforma Rossi puntava. Ma i problemi fatti uscire dalla porta per quella che magari può essere la ginecologia in Versilia, rientrano poi dalla finestra su altre discipline a livello di ‘Aslona’. Un fisiatra nella Asl Nord Ovest? Scordatevelo. Di 7 richieste di visita pervenute in area vasta nel 2018 con codice d’urgenza, solo il 14,3% è stato garantito entro i 3 giorni di legge. Classe D: 621 richieste ed erogazioni a norma appena nel 39,8% dei casi. Il dato che mi preoccupa di più, però, è quello di accesso alle visite oncologiche in classe D che in area vasta è stato assicurato secondo legge entro 15 giorni al 35% appena dei pazienti. E tutti gli altri, come avranno fatto?»
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