«C’è mal’aria a Lucca e in particolare nella Piana. Ma non da ora. Già il rapporto 2019 di Legambiente sull’inquinamento atmosferico registrava per la provincia di Lucca 61 giorni di sforamento rispetto ai parametri. E se le polveri sottili rendono i cieli sopra Lucca opachi quanto quelli di Tokyo la responsabilità non è solo del meteo, ma anche e soprattutto di politiche regionali sulla qualità dell’aria insufficienti, tardive quanto a pianificazione e con eredità di incentivazioni che poi si sono rivelate mal mirate come quelle sull’utilizzo del pellet per il riscaldamento domestico. A ciò si aggiunge l’effetto avverso generato dalla mancanza di infrastrutture, con l’assenza totale di un sistema alternativo alla gomma in particolare per quanto riguarda il trasporto merci, e di un’offerta pubblica di trasporto per la mobilità individuale poco affidabile e attrattiva. Sembrano mondi distanti, invece quando si parla di inquinamento tutto si tiene. E Pd e sinistra, in questi decenni di governo regionale, si sono trincerati dietro un ambientalismo di facciata e di maniera che poi nei fatti si è tradotto in inerzia. E’ una grave responsabilità, quella di avere investito poco e male»: l’articolata riflessione arriva dal Capogruppo di FI nel Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti.
«Quanto di responsabilità regionale esista nel progressivo degradarsi della qualità dell’aria – sottolinea Marchetti – è testimoniato dalla diffusione del fenomeno che attualmente interessa il capoluogo Firenze, Prato, porzioni del Pistoiese oltre che la nostra provincia di Lucca. Il Piano regionale per la qualità dell’aria è arrivato solo di recente, a dimostrazione di come sia del tutto mancata la strategizzazione su una materia tanto delicata. Si è proceduto con erogazioni spot che nulla risolvono ma fanno titolo sui giornali – incalza Marchetti – e nel frattempo si è sbagliata mira anche sulle politiche di incentivo con cui si è promossa ad esempio, per il riscaldamento residenziale, l’installazione di stufe a pellet le cui emissioni hanno poi in realtà prodotto danno ancor maggiore».
Ma il traffico resta primattore sulla triste ribalta dell’inquinamento atmosferico: «Pd e sinistre tendono a comprimere la mobilità individuale ma non forniscono alternative valide. Idem per il ben più pesante traffico da trasporto merci che, ad esempio nella Piana, è del tutto privo di un sistema che non sia viario e dunque su gomma. Negli anni – ricorda Marchetti – noi abbiamo ripetutamente avanzato proposte per recuperare segmenti ferroviari da dedicare alla movimentazione merci. Nulla è però mai stato contemplato e accolto da Pd e sinistra e questi di oggi sono purtroppo i risultati. E il problema, ormai, diviene emergenziale per la salute pubblica. I blocchi del traffico? Non servono a niente».
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