«Ricorrere ad accordi mirati col privato sociale o col privato accreditato per l’abbattimento delle singole specifiche liste d’attesa ormai sfuggite dalle mani, parecchie in verità, per il tempo necessario ad esaurirle e ricondurle a un ‘punto zero’ da cui ripartire»: questa la ricetta di Forza Italia per abbattere in tempi celeri le liste d’attesa sanitarie per le prestazioni diagnostiche e le visite specialistiche sul cui stato in Versilia hanno puntato i riflettori anche stamani le cronache locali. A farsene portabandiera è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che spiega: «Proprio in questi giorni stavo conducendo per conto mio una ricognizione generale sui tempi d’attesa per prestazioni diagnostiche e visite specialistiche. La mia intenzione era verificare se ed eventualmente quali effetti abbia portato sui tempi d’attesa la riforma del sistema sanitario attuata dalla maggioranza di sinistra regionale nel 2015».
Gli esiti? «Negativi», scuote il capo Marchetti. «I problemi che c’erano, ovvero le criticità su determinate specialistiche e sulla diagnostica per immagini, sono rimasti gli stessi. Ampliando l’area con l’accorpamento delle Asl si pensava forse di poter mescolare le carte – riflette Marchetti – ma non è servito. Anzi, se osservo il report della Asl Nord Ovest del gennaio 2018 trovo una situazione omogenea nelle criticità in più di un zona di erogazione. Voglio dire: se la Versilia piange i suoi 209 giorni di tempo medio d’attesa per una mammografia bilaterale, le Apuane non ridono di certo coi loro 383 che diventano 337 nella Piana di Lucca, 335 a Livorno o 283 nella Valle del Serchio, per fare un passaggio a campione».
«Si tratta – ricorda il capogruppo azzurro che a Lucca è anche coordinatore provinciale del suo partito – di una tipologia di prestazione che come altre, le risonanze magnetiche con o senza contrasto, ad esempio presenta criticità storiche che non si sono mai volute affrontare».
E allora, che fare? «Non è mai troppo tardi per provvedere», ammonisce Marchetti. «A nostro avviso bisogna metter mano a questo tipo di prestazioni prendendo il toro delle liste d’attesa per le corna con accordi mirati con privato acquisendo pacchetti di prestazioni che conducano a livello zero le attese. Nel frattempo la Regione elaborerà una riorganizzazione dell’erogazione delle prestazioni diagnostiche che spinga a pieno regime l’utilizzo dei macchinari disponibili con prolungamento degli orari di servizio, ad esempio, come da sempre indichiamo. Certo serve personale. Altro che blocco delle assunzioni e del turnover. Solo così, una volta che con l’aiuto del privato si saranno azzerate le liste, si potrà ripartire col piede giusto e senza mal di pancia. Anche perché, col mal di pancia si sta freschi: per un’ecografia dell’addome completo nella Piana di Lucca ci vogliono 215 giorni… anche no…»
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