«Basta censure alla libertà di espressione per i sanitari, basta con questa cappa da regime per cui le Asl della Toscana si permettono di licenziare o intimidire con provvedimenti disciplinari chi lamenta le carenze che sono sotto gli occhi di tutti. Il provvedimento disciplinare contro il primario di psichiatria dell’ospedale della Versilia per aver lamentato l’insufficienza di tamponi è l’ennesimo sopruso di un apparato che si comporta da reame. Da regime, anzi. Uno scandalo. Un affronto alle libertà fondamentali delle persone»: così tuona il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti commentando la notizia del deferimento del professor Mario Di Fiorino, prima rio di psichiatria all’ospedale della Versilia, alla commissione di disciplina.
«In Toscana tutta la sanità è paese. Dopo che la Asl Centro ha licenziato un dipendente per il solo sospetto di aver rilasciato un’intervista al Tg2 circa la gestione dell’emergenza covid nel suo ospedale – incalza Marchetti – adesso la Asl Nord Ovest mette alla gogna un primario con la scusa di aver procurato allarme. Ma è falso. Che i tamponi sono mancati, che sono mancati i reagenti per processarli e che i pochi tecnici di laboratorio pervicacemente tagliati dalla Asl Nord Ovest in questi anni, fatto anche da me più volte evidenziato, era sotto gli occhi di tutti. Che il professor Di Fiorino lo abbia detto come mille altri sanitari esasperati dalle condizioni operative che hanno dovuto fronteggiare in piena emergenza non ha generato allarme. La realtà dei fatti ha generato allarme, quella sì. Ma di quella le Asl e la Regione sono responsabili, non certo chi si è massacrato nelle corsie e ora viene strapazzato, licenziato o intimidito a piacimento dagli apicali selezionati da Rossi&C».
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