«E’ vero quanto viene lamentato a Massa Carrara: i fondi che gli enti locali pensavano di avere circa già in tasca per riqualificare l’edilizia scolastica attingendo a mutui della Banca europea degli investimenti sono bloccati. E non si sa fino a quando. Manca l’avallo del Ministro dell’economia e delle finanze allo schema-tipo che dovrà consentire alle Regioni di contrarre concretamente i mutui e quindi attingere a quei soldi secondo procedure univoche. Lo schema tipo è fermo al Ministero dell’economia e delle finanze da prima dell’estate. A fronte di ciò, gli enti locali sono in difficoltà a rispettare le scadenze imposte per la spesa di soldi che non ci sono. E’ un paradosso burocratico per superare il quale io in Consiglio regionale ho presentato una mozione con cui chiedo alla Regione di attivare un fondo di rotazione che consenta agli enti locali di avviare le procedure di progettazione»: a spiegare come stiano realmente le cose quanto alle ristrutturazioni degli edifici scolastici a Massa Carrara come nel resto della Toscana che aveva avuto piazzamenti utili nella graduatoria è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti.
«Lo faccio per gli studenti – spiega Marchetti – di chiedere l’intervento regionale. Altrimenti questi ragazzi fanno a tempo a diplomarsi prima che i lavori inizino. Questo va saputo. L’incertezza strutturale in cui gli studenti si trovano a svolgere l’attività didattica è destinata a permanere, perché qui le lungaggini rendono di fatto i soldi Bei esistenti ma indisponibili, come congelati. E il banco rischia di saltare. Ho provato a formulare la richiesta di una soluzione-ponte».
Intenzione di Marchetti è superare lo stallo generato da un’intercapedine normativa: «In parole povere – spiega Marchetti – c’è un decreto ministeriale, l’87/2019, che autorizza gli enti locali a spendere la quota 2018 dei finanziamenti che hanno ottenuto e che devono arrivare da mutui della Banca europea degli investimenti. Lo stesso decreto da un lato vincola gli enti locali attuatori delle ristrutturazioni, Province e Comuni, ad arrivare a progetto o aggiudicazione di gara in 180 o 365 giorni, dipende da cosa devono fare; dall’altro subordina la stipula del mutuo da parte del contraente Regione, ma con oneri di ammortamento a totale carico dello Stato, alla validazione di uno schema-tipo da parte del Mef. Riavvolgendo il nastro: l’autorizzazione a spendere c’è, lo schema-tipo per contrarre il mutuo c’è; manca il via libera del Mef. Non si sa fino a quando, per stessa ammissione della giunta regionale che così ha risposto a una mia interrogazione».
Un gioco dell’oca, insomma, con tutti i giocatori fermi un giro. Da qui l’idea di Marchetti per superare l’impasse: «Alla Regione chiedo di istituire un fondo di rotazione che consenta agli enti locali di iniziare almeno ad affidare le progettazioni o avviare le procedure di gara. Un anticipo di cassa, in buona sostanza. Una volta che lo schema-tipo sarà validato dal Mef, la Regione stipulerà il mutuo e rientrerà dei fondi anticipati, ma intanto Province e Comuni saranno in condizione di rispettare i tempi».
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