«Altro che chiedere al governo la possibilità di abbattere i lupi come ha fatto la Regione: questo non è che uno spot, un modo per appioppare le responsabilità a qualcun altro senza fare nulla. In Toscana ciò che va fatto per contrastare e prevenire i danni che ripetutamente i predatori selvatici infliggono a mandrie e greggi, mettendo in ginocchio i nostri operatori zootecnici come avviene in Lunigiana ma non solo, è intervenire in maniera massiccia sulle popolazioni di ibridi e inselvatichiti attraverso catture e sterilizzazioni e mettere in campo una politica di incentivi all’adozione di mezzi di difesa passiva, dato che oggi il costo per recinzioni e cani da guardianìa è a tutto carico degli allevatori»: a parlare così è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, promotore presso la giunta toscana di vari atti di sindacato ispettivo ancora in attesa alcuni di risposta, altri di passaggio in aula.
Sulla situazione dei predatori in Toscana Forza Italia ha le idee chiare: «Il lupo è specie protetta e preda prevalentemente di notte. Non solo: il numero di esemplari censiti in territorio toscano dimostra che se anche il governo dovesse, come la Regione ha richiesto invocando piena attuazione del ‘piano lupo’, autorizzarne il prelievo fino a un massimo del 5 per cento beh: il numero in valore assoluto di lupi che si sottrarrebbero ai nostri boschi sarebbe talmente esiguo da non risolvere certo la piaga dei danni agli allevatori. Questo per il lupo in purezza, che è dunque giusto continuare a tutelare. Il problema, qui, sono gli ibridi e gli inselvatichiti. Loro – spiega Marchetti – sono animali sfuggiti al controllo dell’uomo o peggio, prodotti scientemente dall’essere umano, e poi come la natura spesso fa si ritorce contro a certe pratiche. Ecco: su questi esemplari sì che va mossa un’offensiva, predisponendo piani di cattura e sterilizzazione da un lato, e operazioni di controllo sulla custodia dei cani presso i privati dall’altro. Che davanti ai video di branchi in caccia ci sia qualcuno che dice “ah no, ma quelli sono i miei cani”, come accaduto di recente, è una cosa che non si può sentire. Chi ha i cani se li custodisca, altrimenti per negligenza impunita si rischia davvero, così sì, di compromettere gli equilbri della biodiversità. E i danni poi, in questo caso specifico, li pagano gli allevatori e i loro capi. Su questo la Regione non può abdicare le proprie responsabilità. Per questo chiediamo interventi specifici in tal senso, che in parallelo prevedano misure incentivanti e di sostegno per gli allevatori nell’adozione di strumenti di difesa passiva come i cani da guardianìa, magari anche concentrando l’attenzione sulle nostre razze autoctone di cani da lavoro così da valorizzare il patrimonio faunistico toscano in ogni suo aspetto».
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