“Importante fissare, in modo chiaro e netto, la linea dell’Unione Europea sui migranti. Non vorremmo, come purtroppo sospettiamo, si fosse in presenza di dichiarazioni di intenti generiche e poco concrete, del solito annuncio che poi, alla resa dei conti, lascia l’Italia nuovamente sola. Nessun obbligo
Così Simona Vietina, deputato di FI e componente della Commissione permanente XIV Politiche Un. Europea.
“E’ indubbio che il tema delle migrazioni rivesta oggi, in Italia e in Europa un carattere fondamentale, decisivo. E’ uno dei temi che arriva per primo “alla pancia” degli italiani proprio perché, almeno a partire dal 2014, i governi di sinistra altro non hanno fatto che far fronte al drammatico problema degli sbarchi in modo superficiale e troppo disinvolto, spesso scaricando sui Comuni, sulle piccole comunità locali, il peso di una accoglienza insostenibile. In tutte le Regioni, ovunque, spesso l’accoglienza è stata imposta anche a fronte della mancanza di un reale progetto di integrazione. Sindaci che, loro malgrado, se ne sono fatti carico anche contro la volontà dei cittadini spiazzati dall’arrivo di decine e decine di persone collocate in modo forzoso e senza progettualità. Questa Europa lontana, poco solidale, ha avuto immediati effetti negativi sulle nostre Città, sui nostri centri storici, sul nostro Paese dove, negli ultimi anni, sono arrivate oltre 500mila persone, la stragrande maggioranza risultata poi non avere diritto allo status di rifugiato, divenendo dunque irregolare e sempre più spesso preda della criminalità”, prosegue Vietina.
“Bene fa il presidente Berlusconi ad affermare che l’Italia, a ragione, deve far sentire la propria voce in Europa così come è altrettanto necessario che tali azioni non si esauriscano nella contingenza del momento ma si costruisca una reale e condivisa politica europea sull’immigrazione, una politica lungimirante e solidale basata sulla revisione degli Accordi di Dublino e che non lasci sola l’Italia. E in tal senso i risultati importanti raggiunti da Tajani sono positiva conseguenza di confronti continui, di capacità diplomatica, la stessa che con l’ultimo Governo Berlusconi si era messa in campo e che aveva praticamente azzerato gli sbarchi. Continuiamo ad auspicare che si possa inaugurare una stagione europea fatta di dialogo e di solidarietà reale tra Stati, secondo quello spirito con il quale l’UE è nata. Non sono più ammissibili gli atteggiamenti di chiusura che hanno contribuito alle tante difficoltà dell’Italia sulla gestione di un fenomeno troppo grande per un solo Paese”, conclude.
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