Sull’inceneritore di Scarlino il centrosinistra continua a commettere errori andando contro la volontà della popolazione e le sentenze emesse in questi anni che hanno sempre confermato le tesi dei contrari all’impianto. Ho depositato un’interrogazione rivolta ai ministri dell’Ambiente, Sergio Costa, della Salute, Giulia Grillo, e del Lavoro, Luigi Di Maio, per sapere se il Governo è a conoscenza di tutta la vicenda legata all’inceneritore di Scarlino e se ci sono azioni in programma rivolte alla tutela della salute della popolazione e dell’ambiente. Ancora, dopo dieci anni, si continuano a dare permessi ad un impianto che lo stesso Leonardo Marras – presidente della Provincia all’epoca delle prime concessioni all’avvio dell’inceneritore e oggi capogruppo Pd in Consiglio regionale, ente che ha competenza in materia -, ha definito “un ferro vecchio”, non tenendo in considerazione prima di tutto la volontà popolare e non di meno le svariate sentenze pronunciate dai tribunali (Tar, Consiglio di Stato e anche l’ultimo grado di giudizio, la Cassazione), che hanno sottolineato l’inquinamento già presente nella Piana di Scarlino, sede dell’impianto, e la mancanza di uno studio epidemiologico sullo stato di salute della cittadinanza di Follonica e Scarlino. La Regione Toscana guidata dal centrosinistra, vero responsabile di tutta la vicenda, sta per concedere l’ultima autorizzazione in ordine di tempo alla Scarlino Energia dopo che la Conferenza dei servizi ha dato parere favorevole alle istanze dell’azienda. Ai rischi per l’ambiente e per la salute si aggiunge la minaccia per le attività economiche legate al turismo che operano nell’area del Golfo. Considerata la chiusura del termovalorizzatore di Pisa e il no del Consiglio di Stato alla realizzazione di un nuovo inceneritore a Firenze, il dubbio è che l’impianto di Scarlino diventi il centro di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti di tutta la Toscana. La popolazione, sostenuta dalle istituzioni locali (anch’esse espressione del centrosinistra), è sul piede di guerra e annuncia di voler continuare a protestare ad oltranza. Da non trascurare la questione dell’occupazione che interessa da vicino i dipendenti della Scarlino Energia: queste persone e le loro famiglie non possono pagare per gli errori del centrosinistra, quindi devono necessariamente essere ricollocate in impieghi alternativi, per esempio nelle bonifiche dell’area del Casone, attese da anni ma mai portate a termine in modo soddisfacente. Ho chiesto ai ministri se siano a conoscenza della situazione, quali azioni intendano intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze e in coordinamento con gli enti territoriali interessati, al fine di garantire la tutela dell’ambiente, della salute pubblica e dei livelli occupazionali in gioco e infine se non intendano sollecitare l’avvio di un serio ed efficace monitoraggio e studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione dell’area interessata dell’inceneritore di Scarlino. Adesso si dia ascolto alla popolazione e anche il Governo intervenga per mettere un punto definitivo alla questione: quell’impianto non può più funzionare.
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