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PA: BRUNETTA, CON LA MADIA INDIETRO DI 10 ANNI, POTERE AL SINDACATO E MERITO AZZERATO

“Appena arrivato a Palazzo Chigi Matteo Renzi dichiarò di voler fare una riforma al mese. La ‘Riforma Madia della Pubblica amministrazione sarà presentata entro fine aprile (2014)’, affermò l’allora presidente del Consiglio. In realtà la legge delega della riforma sulla PA arrivò in Gazzetta ben 15 mesi dopo, e i primi decreti attuativi solo nel 2016”.

Lo scrive Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un intervento su “Affaritaliani.it”.

“La legge di riforma conteneva ben 14 deleghe legislative, che incidevano, in particolare, su dirigenza pubblica, razionalizzazione delle società partecipate, dirigenza sanitaria, servizi pubblici locali, testo unico sul pubblico impiego. Una riforma tanto ambiziosa, sulla carta, quanto confusa nella sua idea complessiva di pubblica amministrazione.

Se vogliamo analizzare quali sono stati gli effetti degli interventi della Madia, dobbiamo necessariamente partire dal pubblico impiego, che avrebbe dovuto contare, secondo le intenzioni, sulla riforma della dirigenza, sul nuovo testo unico del pubblico impiego, sulla valutazione della performance e sulle norme di modifica in materia di licenziamento disciplinare.

La riforma della dirigenza – come abbiamo detto – è stata bloccata dalla Corte costituzionale e il governo ha dovuto rinunciare ad una delle riforme cardine dell’intero progetto. Peraltro lo stesso testo di riforma era stato molto criticato in primis dal Consiglio di Stato, poi dalla corte dei conti e anche da addetti ai lavori.

Ma la stagione delle riforme (mancate) della Madia si è fermata in prossimità del referendum costituzionale del 2016. Fino ad allora il tutto era stato fatto con grande arroganza, senza consultare i sindacati. In prossimità del referendum costituzionale del dicembre 2016, la ministra Madia cambia strategia, convoca i sindacati (in realtà solo CGIL, CISL e UIL) e firma con loro un patto per il pubblico impiego.

Cosa prevedeva il patto? In pratica quattro  cose. Eliminazione di alcune parti della riforma Brunetta. La firma del CCNL per il pubblico impiego. Un nuovo equilibrio tra legge e CCNL. Il ritorno della concertazione. In buona sostanza, con questo patto la ministra Madia ha riportato il pubblico impiego indietro di dieci anni”, sottolinea Brunetta.

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