«Cari imprenditori del cuoio… avete atteso, è vero. Avete pianto lacrime amare sui vostri scarti di lavorazione. Sì. Ma ora finalmente la Regione ha la risposta: vi attiva un tavolo di filiera, così potrete parlarne. Tipo gruppo di automutuoaiuto. Contenti?» E’ con sarcasmo che il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti accoglie i contenuti della comunicazione della giunta toscana presentata in aula dell’Assemblea toscana sulla Nuova politica sui rifiuti e sull’economia circolare in Toscana.
«Io trasecolo», sgrana gli occhi un Marchetti usualmente compassato. «Ma questi signori finora dove hanno vissuto? In una Toscana di frutta candita e con le casine di pan di zenzero? Quello che ci scrivono è una novella da grande illusionista in cui Rossi davvero ha da insegnare a maestri della manipolazione del vero come David Copperfield. Non scherzo».
«Dopo anni in cui il settore è in attesa di risposte e gli industriali piangono lacrime amare, l’attesa è formidabile e ci si aspetta il piano delle soluzioni. Invece si sfoglia la comunicazione e la giunta che ci dice? Che il rifiuto è una risorsa? Ma su questo ci sono nazioni che hanno costruito ormai da qualche decennio interi segmenti di economie anche consistenti. Oggi lo vogliamo chiamare ‘giacimento’ in ottica del riuso? Va bene, ma noi siamo un bel pezzo indietro. Non abbiamo impianti. Non abbiamo nulla da cui partire. Manca tutto il fine ciclo. Voglio dire: per introdurre una nuova politica sui rifiuti bisognerebbe averne avuta una vecchia. Invece finora il Pd e la Regione hanno considerato il rifiuto solo come immondizia nel senso più gergale e deteriore del termine, con flagrante ottusità. E oggi siamo alle favole pirotecniche».
La realtà è a un passo dall’emergenza: «Qui non si dice nulla, si raccontano novelle, si rischia di passare i prossimi 10 anni ancora infrenati sulle burocrazie autorizzative e le progettazioni perché gli impianti non ci sono o non sono adeguati… E mentre la comunicazione recita a pagina 4 che l’economia circolare “contribuisce a rendere la Toscana maggiormente attrattiva di nuovi investimenti” gli imprenditori restano senza risposte sul fine ciclo. Ah no ma sbagliano: la Regione la risposta ce l’ha, ed è stringente. Gli propone un tavolo di filiera! Acciderbolina, non aspettavano altro!»
Altro fronte a cui Marchetti guarda perplesso è quello della raccolta differenziata: «Il Piano rifiuti e bonifiche del 2014 ha posto l’asticella della differenziata dei rifiuti solidi urbani al 70% nel 2020? E la Toscana è riuscita ad arrampicarsi appena al 53,88%, con aree come l’Ato Sud che non arrivano al 40%. Malgrado ciò, ora la giunta rilancia e prova a gettare il sacchetto della nettezza oltre l’ostacolo rialzando l’obiettivo al 75% nel 2025 e addirittura all’80% nel 2030. Ora – osserva Marchetti – io sono favorevole alla differenziata spinta, ma questo è un salto irragionevole perfino da immaginare perché implica un cambiamento nei comportamenti quotidiani esagerato rispetto al livello di partenza odierno. Sarà un altro piano da disattendere con cui Rossi tenta rendere i rifiuti un’illusione ottica».
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