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PISTOIA: Famiglie senza pediatra a loro insaputa, Marchetti (FI) alla Regione: «Inaccettabile non assicurare continuità di assistenza sanitaria ai bambini»

«Famiglie senza pediatra a loro insaputa? Ma che: scherziamo? La Regione e la Asl Centro si scusino e pongano subito rimedio al disagio vissuto a Pistoia da tante famiglie»: a parlare così è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che sulla questione ha appena depositato un’interrogazione a risposta scritta.

Fresco di rassegna stampa, Marchetti ha appreso i fatti dalle cronache locali pistoiesi: «Leggo con sconcerto – spiega Marchetti – che in almeno due casi pediatri pistoiesi sono andati chi in pensione chi in altra città senza che le famiglie a loro in carico ne fossero a conoscenza e senza essere sostituiti da altro medico. Così i genitori hanno saputo che i loro bambini erano senza copertura del pediatra di fiducia, e quindi sostanzialmente senza medico di base, solo al momento del bisogno. Mi chiedo se sogno o son desto… Possibile che da parte della governance sanitaria tutta targata Pd si gestiscano questioni così delicate come la salute dei bambini con tutta questa superficialità? Rossi e compagni ormai trattano i cittadini come sudditi dalla culla alla tomba. A queste persone non è stata nemmeno data la possibilità di iscrivere i loro piccini a un medico differente. Nulla. Zero tituli. E’ inaccettabile, bisogna che Regione e Asl si scusino e che cose simili non si ripetano ancora».

Dunque il caso arriva ora in Regione con Marchetti che, riassunti i fatti in premessa, alla giunta toscana chiede di rispondere in forma scritta chiarendo «i motivi per cui ai piccoli pazienti non sia stata assicurata continuità nella copertura assistenziale pediatrica» e «i motivi per cui le famiglie non siano state informate delle mutate condizioni assistenziali, negando così loro la possibilità di scegliere un altro pediatra di fiducia per i loro bambini». Infine il lato politico della questione, con Marchetti che alla Regione domanda «se si ritenga una simile condotta compatibile col diritto alla salute dei cittadini, in particolare nel caso di specie i piccoli che sono fascia di popolazione tra le più fragili e delicate».

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