«Se immagino il sistema sanitario come una macchina, il suo carburante sono i lavoratori, professionisti e tecnici senza i quali è impossibile rispondere ai bisogni di assistenza e cura espressi dalla popolazione anche si fosse in presenza di una logistica faraonica, e a Prato non è certo questo il caso. Bene stabilizzare, è stata una nostra battaglia storica, però bisogna anche assumere e investire sul capitale professionale sanitario, sennò si blocca tutto»: ad affermarlo è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, preoccupato per le stime di Cisl Funzione Pubblica secondo cui nel presidio Santo Stefano di Prato mancherebbero 50 unità di personale sanitario un po’ a ogni livello.
«A lungo le assunzioni e anche le stabilizzazioni sono rimaste impantanate nel blocco del turn over, mentre si sono mantenuti e privilegiati gli apparati e le burocrazie che non curano nessuno e appesantiscono il sistema, anziché efficientarlo. Oggi la Asl Toscana Centro stabilizza persone che già lavorano e chissà da quanto tempo in regime di precariato, e questo è bene. Talmente bene – sottolinea Marchetti – che quella per la stabilizzazione è stata una nostra battaglia storica. Però stabilizzare chi c’è non implementa gli organici».
«La situazione di Prato ci preoccupa, ci preoccupa quella di Lucca e in generale quella di tutti i nostri ospedali. Spesso il dibattito si è concentrato sulla logistica, e su Prato ad esempio la Regione ha voluto alzare il fumo degli effetti speciali dell’ampliamento del nosocomio eh… poi però serve chi in quegli ambienti dispensa cure e assistenza. Servono medici, infermieri, oss, tecnici di laboratorio… serve chi si occupi della loro sicurezza… in generale, serve la revisione delle piante organiche in senso incrementale, perché finora il personale è stato spremuto e sovraccaricato di lavoro in un modo che poi finisce per compromettere la serenità di tutti gli attori di un sistema, quello della sanità, che al centro deve tenere le persone, non gli apparati che Rossi fin dai tempi del suo incarico da assessore regionale alla sanità si è circondato come di un cuscinetto protettivo. Bisogna tornare ad assumere personale sanitario – conclude il Capogruppo di Forza Italia – altrimenti ogni altra azione di potenziamento strutturale, qualora mai ci fosse, rimarrebbe senza effetto».
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