“Il reddito di cittadinanza è la risposta sbagliata a un problema drammatico e reale. Sarà erogato anche a 241mila nuclei familiari stranieri, e questa è una criticità importante che rende questa misura ancor più assistenzialista, in ordine a una spesa, quella per il sostegno a famiglie non italiane, che è già molto elevata. Abbiamo presentato emendamenti importanti, per limitare quanto più possibile le storture di un provvedimento che rischia di generare ulteriori disparità sociali e penalizzare, ancora una volta, le famiglie italiane. Di fatto, non è un “reddito di cittadinanza” ma un “reddito di residenza” visto che è sufficiente il semplice requisito della residenza per accedervi. Dobbiamo dire agli italiani come stanno le cose”. Lo ha dichiarato Enrico Aimi, senatore e capogruppo in Commissione Affari Esteri per Forza Italia, nella seduta d’aula odierna, nel corso di una serie di interventi.
“Tra le altre proposte – prosegue – abbiamo chiesto che il requisito della residenza venga portato a 20 anni (in luogo dei 10 previsti) e che possano avere accesso al Reddito di cittadinanza i cittadini extracomunitari che abbiano almeno attivato le procedure per ottenere la cittadinanza italiana, indice di una volontà finalizzata a ricercare nel nostro Paese una condizione di stabilità. Inoltre chiediamo che, ai fini della valutazione Isee, siano conteggiati i beni mobili e immobili in Italia e all’estero, questi ultimi certificati da documentazione ufficiale rilasciata dal Paese di origine del richiedente extracomunitario. Un tentativo per provare a migliorare un provvedimento che è nato già male ed è destinato a crescere peggio”.
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