Il coordinatore cittadino di Forza Italia Marco Fontana, il suo vice Filippo Vallone con tutto il Coordinamento Cittadino hanno lanciato una campagna social sui canali del partito con lo slogan “La memoria non rende mai schiavi e non alimenta mai il razzismo” e hanno commentato in modo molto duro il Piano del Comune di Torino per il cambio di alcune denominazioni di luoghi , monumenti, e vie che richiamano il passato coloniale a Torino. Fontana e Vallone hanno sottolineato: «Esistono ben altri muri da abbattere nel nostro capoluogo come le nuove povertà, l’insicurezza, la solitudine, il disagio giovanile, una disoccupazione indecorosa. Pensiamo a superare queste barriere, che degenerano nel razzismo, invece di lanciare crociate o fatwa contro le parole e i nomi. Siamo in un’epoca nichilista e vuota, che accomuna una minoranza organizzata di marxisti nostalgici, travestiti spesso da Dem, che fanno la guerra alle parole e ai nomi più che alla sostanza. Ululano alla luna parole come libertà e diritti ma abbattono statue e bianchettano pagine di storia, un po’ come i nazisti bruciavano i libri: mi chiedo quale sia la differenza tra gli squadristi di allora e quelli di oggi, che si annidano sotto l’ombrello della cancel culture, della ideologia woke».
Gli azzurri poi lanciano un quesito a Palazzo Civico “Se si cambiasse il nome ad alcune vie di Torino, il costo del cambio dei documenti d’identità, degli atti notarili, del tempo perso per compiere queste pratiche i torinesi lo possono recapitare all’assessore Rosatelli o al sindaco Lo Russo o meglio alle sedi locali di Sinistra Ecologia e Libertà e del Partito Democratico?”.
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