Il Gruppo di Forza Italia ha voluto rappresentare quest’oggi a Palazzo Lascaris il proprio ringraziamento al Difensore Civico regionale e al Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà in occasione della lettura delle loro relazioni annuali.
Paolo Ruzzola, presidente del Gruppo di Forza Italia ha affermato: “Il lavoro del Difensore Civico e del Garante dei detenuti è fondamentale e facilita il rapporto tra cittadino le Istituzioni. In particolare il Difensore civico con il suo operato quotidiano ha permesso di attenuare la conflittualità e i contenziosi anche in senso deflattivo. Certamente nella sua azione è stato centrale l’impegno sulla questione sanitaria in un momento storico dove è alta la conflittualità tra cittadini e personale sanitario purtroppo. Un contesto che colpisce tutta l’Italia e non solo il Piemonte e quindi non va strumentalizzato ma bensì risolto con la forza delle proposte. I fatti di cronaca che diventano sempre più frequenti debbono farci lavorare sul fronte sì della messa in sicurezza degli operatori sanitari ma deve anche spronarci a operare come sta facendo la Regione su servizi più efficienti”.
Ruzzola ha raccolto poi in particolare le sollecitazioni del difensore civico regionale sul Cup e sugli insegnanti di sostegno: “Stiamo riorganizzando i Cup, è indispensabile che l’onere sia invertito e che la presa in carico sia effettiva e non scaricata sul paziente. Garantire velocità nelle visite, nella prenotazione degli esami si traduce anche in una politica di prevenzione che permette minori costi per l’Ente pubblico. Crediamo poi che sia necessario sostenere l’azione del difensore civico per alzare il livello degli insegnanti di sostegno nelle nostre scuole. L’accesso ad una istruzione e assistenza adeguata è l’unica via per abbatte barriere”.
Il presidente di Forza Italia ripercorrendo la relazione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà ha affermato: “Ho avuto modo di fare visita personalmente al Lorusso-Cutugno di Torino in queste settimane con il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e di confrontarmi sia con una rappresentanza degli agenti di polizia giudiziaria sia della popolazione carceraria. È chiaro che è necessario da un lato intervenire per implementare il personale che opera negli istituti, in modo da farli lavorare in maggiore sicurezza. Dall’altro è altrettanta evidente la richiesta sociale che proviene dai detenuti che chiede da un lato dignità di trattamento e un paracadute per quando terminano il periodo di pena da scontare al fine di non essere ostaggi di un ritorno alla criminalità spesso per pura sopravvivenza. Alla certezza delle pene, che consideriamo un principio sacrosanto e da difendere, dobbiamo associare percorsi realmente rieducativi e di reinserimento lavorativo che offrano non illusioni ma una seconda occasione a chi esce dal carcere. Solo così saremo garanti della sicurezza della nostra regione e del nostro Paese”.
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