“Abbiamo ottenuto un risultato degno di nota per Fossano e il Cuneese” ad annunciarlo il vice presidente del Consiglio regionale Franco Graglia. I ripetuti interventi, volti a sollecitare l’attenzione della Giunta ed in particolare dell’assessore Saitta sull’esigenza di tentare una transazione in merito alla controversia in atto per la mancata realizzazione del nuovo spedale di Fossano, alla fine hanno infatti avuto un riscontro concreto.
Ieri il Consiglio regionale ha approvato, sia pur con modifiche, un ordine del giorno proposto da Graglia con il quale si impegna “La Giunta regionale ad assumere tutte le iniziative necessarie al fine di evitare che la Regione e/o L’ASL vengano condannate, in particolare attivando, nelle forme possibili ed opportune, la verifica della possibilità di transare la vertenza in sede stragiudiziale”.
“Per quattro volte – spiega Graglia – ho portato in consiglio regionale la questione dell’ospedale fossanese trovando sinora assoluta sordità da parte dell’Assessore alla Sanità. Avevo posto il problema dopo la prima sentenza sfavorevole. Poi quando AMOS pubblicò un bando per la realizzazione della propria sede logistica caldeggiai la localizzazione presso la zona sanitaria di Fossano, dove si poteva avere l’area necessaria solo con una permuta e senza ulteriori spese. Anche allora rimasi inascoltato. Ora dopo la seconda sentenza contraria evidentemente qualcuno ha cominciato ad aprire gli occhi”.
Il voto unanime del Consiglio rappresenta un fatto nuovo: perché, mentre finora ASL ed Assessore si sono sempre rifiutati anche solo di esaminare e discutere le proposte transattive della società privata, ora il tavolo di confronto dovrà per forza essere aperto.
“Mi sono mosso intanto perché era mio dovere segnalare una situazione che rischia di esporre l’Ente al pagamento di danni considerevoli – conclude Graglia – ma anche in difesa degli interessi di Fossano. Perché il privato nelle sue ipotesi transattive ha rimesso sul tavolo la possibilità di presentare una proposta di finanzia di progetto con la quale finanziare l’intero costo della nuova struttura senza chiedere un euro alla Regione gestendola poi in regime pubblico privato: il che garantirebbe quantomeno la mancanza di deficit. Perché non considerare questa ipotesi visto che la Giunta ha fatto approvare in consiglio la proposta relativa ad altre situazioni in cui la mano pubblica cofinanzia? Questo tavolo di confronto potrebbe essere dunque un’occasione per riprendere il discorso. Ma certamente porterà all’individuazione, in subordine, di altre funzioni socio-sanitarie a servizio della Città. Mi auguro che anche il Comune ora scenda in campo per riuscire a ottenere il maggior beneficio possibile per il nostro territorio”.
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