“Spiace constatare che il centrosinistra continui a propagandare fake news in sedi istituzionali sull’Ospedale San Luigi di Orbassano. Le riduzioni di posti letto vengono rinominate trasformazioni e riconversioni all’interno delle aree omogenee, si tirano fuori gli andamenti epidemiologici e la mancanza di linee sulla continuità assistenziale. Tante belle parole che però non fanno che confermare che l’Ospedale San Luigi ha visto la riduzione delle sedute delle camere operatorie e che ad oggi al Pronto Soccorso lavorano in sotto organico”. A lanciare la denuncia è stata la vicepresidente del Consiglio regionale piemontese Daniela Ruffino che ha discusso una interrogazione urgente sull’argomento.
Spiega Ruffino: “Con grande fretta la Regione Piemonte ha inaugurato il nuovo pronto soccorso del nosocomio di Orbassano, palesemente per fini elettorali. I problemi di personale restano però irrisolti e continuano a creare enormi disagi tra i pazienti. Con l’apertura del nuovo Pronto soccorso infatti la Direzione dell’Ospedale avrebbe deciso di ovviare ai problemi di personale destinando 14 posti letto all’interno della Week Surgery per i pazienti di competenza medica provenienti dal Pronto Soccorso stesso. E’ evidente che questa scelta ha comportato lo spostamento di personale infermieristico delle sale operatorie, causando una riduzione dell’attività chirurgica. Si pensi che ad oggi nel Pronto Soccorso operano 38 infermieri professionali e 14 Oss quando ne servirebbero rispettivamente 43 e 16. E’ evidente l’incapacità della Giunta di rispondere alle esigenze provenienti dal mondo sanitario”.
Conclude Ruffino: “Trovo incredibile infine che l’assessore alla Sanità rivendichi un presunto incremento dell’attività delle sale operatorie nel 2016 e 2017. Certamente se chiudi le sale operatorie di altri nosocomi presenti nella provincia, accentri qualche intervento in più. Il saldo però degli interventi persi da un ospedale e aggiunti dall’altro è negativo: in Piemonte si è abbassato il livello di produttività e lo si evincere dai numeri della mobilità verso altre regioni italiani dei nostri malati. Una vera emorragia che ha un costo economico salato per la Regione”.
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