Sul caso Facebook interviene il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, che, a Tgcom24, auspica regole “che permettano a Facebook e agli altri grandi mezzi di comunicazione di massa di agire senza danneggiare la nostra libertà e la nostra democrazia”. “E’ un po’ come se un medico cedesse l’elenco dei clienti con le loro malattie a delle case farmaceutiche per fare affari”, dice Tajani in riferimento ai profili violati.
“Quello che è accaduto, almeno secondo le informazioni che abbiamo – spiega Tajani – ha fatto sì che alcuni dati riservati che erano in possesso di Facebook, perché i cittadini si erano confidati con Facebook per avere notizie o per cercare prodotti da vendere, sono stati utilizzati per fini elettorali. Noi lo dobbiamo impedire perché, se qualcuno utilizzerà durante la campagna elettorale europea del 2019 dati riservati per orientare l’opinione pubblica, questo sarebbe una violazione delle regole democratiche. Ecco perché devono essere date delle regole”.
“Sosteniamo il progetto della web tax” – Proprio sulle regole che governano la Rete, Tajani ribadisce che il Parlamento Ue sostiene la proposta della Commissione europea di una web tax. “Dobbiamo far pagare chi non paga le tasse per ridurre la pressione sui cittadini o perlomeno per non infilare le mani nelle tasche dei cittadini. I giganti del web scorrazzano in Europa, non pagano tasse come le altre imprese, non creano posti di lavoro, portano tutti i loro guadagni all’estero. Quindi c’è un problema molto complicato e di grande rilievo che riguarda tutti i giganti del web. È esplosa la vicenda Facebook, ma è qualche cosa che va molto al di là di questo. Bisogna dare delle regola per garantire la libertà, per impedire che venga manipolata la democrazia, per impedire che qualcuno, anche in Europa, cerchi di intervenire con dei sotterfugi utilizzando dati che devono essere tenuti riservati per fini che non sappiamo a quali risultati puntino”.
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