La Corte di Giustizia Europea ha sancito che l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi nel salvataggio delle banche in crisi non può essere considerato aiuto di Stato, e viene spontaneo ricordare come noi lo avessimo detto fin dal novembre 2015. Chiedevamo allora che il Governo Renzi e il PD, anche attraverso i rappresentanti locali, promuovessero una azione coraggiosa e dessero il via libera all’intervento del Fondo anche per Banca Etruria e gli altri Istituti in difficoltà.
Lo stesso Fondo era disponibile e pronto a intervenire, infatti, come da noi riportato negli atti d’indirizzo presentati in Consiglio Comunale ad Arezzo, “a inizio ottobre 2015 si sono presentati presso la Sede della banca i funzionari del Fondo Interbancario di tutela dei depositi che dopo una due diligence hanno valutato positivamente una immissione di capitale da parte del Fondo stesso nelle casse della Banca al fine di risolverne la crisi”.
Sappiamo tutti come è andata a finire in quella sciagurata domenica 22 novembre 2015, con il decreto “salvabanche” che non salvò un bel niente e in un solo istante azzerò i risparmi della gente e privò i territori delle loro banche di riferimento. Non va dimenticata nemmeno la surreale reazione del PD locale che con l’allora Onorevole Donati definì il provvedimento “un segnale positivo per il territorio e in particolare per il personale, i correntisti, e la clientela degli istituti di credito tra i quali quello aretino”.
Forza Italia al contrario rilevò come “alla fine le decisioni calate dall’alto dall’Unione Europea hanno prevalso e hanno penalizzato i risparmiatori italiani, tra cui figurano molti investitori aretini. Il
Governo ha dimostrato ancora una volta di non saper difendere gli interessi nazionali e locali” e tramite il coordinatore provinciale Maurizio D’Ettore, oggi deputato, vennero proposti emendamenti al provvedimento per salvaguardare la tutela dei risparmiatori, ma purtroppo furono ignorati.
A distanza di oltre tre anni è necessario fare definitivamente luce sull’intera vicenda, e accertare le responsabilità del crack di Banca Etruria e delle altre banche poste in risoluzione è compito della Magistratura, ma non possiamo dimenticare la responsabilità politiche, sulle quali la nuova commissione parlamentare d’inchiesta dovrà fare luce. E’ auspicabile che, dopo la votazione della Camera di febbraio che ne ha sancita la costituzione, la commissione avvii al più presto i lavori. Forza Italia è pronta come sempre a dare il proprio contributo nell’esclusivo interesse dei cittadini e dei risparmiatori.
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