CAGLIARI- “Cinque giorni prima delle elezioni un atto riservato della Procura della Repubblica di Cagliari è stato consegnato ad un quotidiano regionale con l’intento di danneggiarmi e di condizionare la campagna elettorale”. La denuncia è di Ugo Cappellacci, neodeputato di Forza Italia e coordinatore della Sardegna. “Un atto riservato – spiega il forzista- che riguarda un’indagine tanto assurda quanto fantasiosa, un atto coperto da segreto istruttorio (sia a tutela dell’indagine stessa che dell’indagato) è stato pubblicato da un giornale. Questo atto, i cui contenuti (che ho appreso solo dalla stampa) mi sono oscuri, risalirebbe al novembre scorso. Ho già urlato la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono addebitati, ma è giunto il momento di urlare ancora di più per dire basta alle ingiustizie. Ho riflettuto a lungo su tutto ciò ed alla fine ho concluso che non posso continuare a tacere e subire. L’ho fatto per anni. Fideuram, Cisi, Ila, Municipalizzata di Carloforte, alluvione di Olbia. Sono nomi che per me rappresentano anni di vita bruciata, di dolore con indagini, fango e infamie che poi si sono risolte in archiviazioni, proscioglimenti e assoluzioni. Ho subito delle pene da innocente. Nessuno – prosegue il neodeputato azzurro- mi ha mai chiesto scusa, nessuno ha pagato per la sofferenza causata a me e alla mia famiglia. Ora è arrivato il momento di non tacere più. Questo atto è stato consegnato alla stampa 5 giorni prima delle elezioni, con l’evidente intento di condizionarne il risultato: è un illecito penale gravissimo! A questo punto chiedo e pretendo un’indagine per individuare il responsabile di questo infame reato, per accertare la responsabilità di chi usa illegalmente le vicende giudiziarie per colpire la mia persona ed il partito nel quale mi onoro di militare. Fino a quando non sarà aperta un’indagine per accertare chi e perché ha compiuto questo misfatto, proseguirò lo sciopero della fame . Lo faccio per me, per i miei figli, per i tanti cittadini onesti vittime della “giustizia” e per una Giustizia vera, alla quale vorrei poter ancora credere. E’ una battaglia che voglio portare avanti per tutti: per questo – ha concluso Cappellacci- durante lo sciopero della fame racconterò una vicenda di persone rovinate o portate alla morte dalla gogna mediatica”.
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