«La sinistra per anni, se non decenni, ha pensato di poter governare la sanità toscana badando ai clientelismi e non hai servizi sanitari propriamente detti. Ha investito sulle poltrone dei burocrati, anziché sui letti dei pazienti. Le liste d’attesa lamentate oggi a Siena, ma purtroppo l’area senese fa pendant col resto della Toscana, sono il frutto di quella conduzione colpevole da parte dei governi regionali di sinistra che si sono succeduti e di amministrazioni locali che a Siena più che altrove sono rimaste ‘a pelle di leone’ dinanzi a quella cattiva governance. In barba ai bisogni dei cittadini»: parte frontale l’attacco con cui il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti interviene sui dati relativi alle liste d’attesa in sanità al policlinico Le Scotte di Siena e nell’area senese dell’Azienda sanitaria d’area vasta Sud Est diffusi questa mattina dalla stampa locale.
Non una prima volta, né per Marchetti né per Forza Italia in generale: «Da tempo affrontiamo il tema delle liste d’attesa in sanità sia a Siena che sul resto del territorio regionale – spiega il capogruppo regionale degli azzurri – perché certe situazioni limite, e in particolare i tempi d’attesa legati alla diagnostica per immagini, si vanno cronicizzano da anni e lustri. Gli undici mesi di attesa per la mammografia a Siena non sono purtroppo un caso né isolato né il peggiore in Toscana. Così come per le eco-addome. Addossare la responsabilità a una presunta inappropriatezza prescrittiva da parte dei medici di base non è corretto: se un paziente lamenta un dolore addominale, escluse le diagnosi possibili attraverso l’osservazione esterna e la palpazione, bisogna guardare dentro quell’addome. Per forza, non c’è alternativa».
Forza Italia, sottolinea Marchetti, ha sempre avanzato proposte, oltre che proteste: «La nostra ricetta è sempre la stessa: prolungamento degli orari di offerta del servizio, con utilizzo dei macchinari a pieno regime, e, nell’immediato, acquisto di pacchetti di prestazioni presso il privato sociale o convenzionato per azzerare le liste con criticità più acute. La filosofia è: tornare a un punto zero, e da lì ripartire con un governo dell’erogazione del servizio più ‘sano’, ovvero modellato sui bisogni di assistenza e cura della persona e non sul consenso elettorale da coltivare a colpi di clientelismi. Perché questo è stato fatto finora e così Rossi in particolare ha portato quello che era un buon sistema sanitario regionale, quello toscano, sull’orlo del baratro e a un passo dal regime commissariale».
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