“Mi ricordo benissimo il giorno nel quale giurai da ministro, era l’8 maggio del 2008, e lo spread era a 78, con i rendimenti dei bund alti.
Quando ho finito di fare il ministro, a novembre del 2011, lo spread era a 550, quasi 600, salvo che il rendimento degli equivalenti titoli tedeschi era praticamente a zero. L’azzeramento dei titoli tedeschi valeva circa 200 punti di spread in più.
La tempesta perfetta fu causata dalla speculazione di Deutsche Bank, e non scoppiò solo in Italia, ma anche in Spagna e in Grecia. L’impennata dello spread fu causata da questi fenomeni speculativi”.
Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo in Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, durante l’audizione di Guido Tabellini, già rettore dell’Università Bocconi dal 2008 al 2012.
“Ricordiamo tutti il picco dello spread durante le ultime settimane del governo Berlusconi, lo stesso picco lo abbiamo avuto a luglio del 2012 con Monti premier, per una nuova crisi del debito greco, un fattore assolutamente esogeno.
Draghi disse ‘faremo di tutto’, era uno speech coraggiosissimo ma vuoto di contenuti. Tanto bastò per calmare i mercati stressati dalla speculazione – ha aggiunto -. E successivamente, da settembre 2012, iniziò un lento e non facile raffreddamento dello spread. Ma fino a fine luglio la situazione era assolutamente complicata.
Il professor Tabellini ha fatto chiarezza su tanti luoghi comuni, ha spiegato che la crisi dello spread, causata da una speculazione, è stata una crisi esogena, che successivamente ha colpito il nostro sistema bancario anche a causa della sua fragilità, e che ha avuto un contraccolpo anche sulla nostra finanzia pubblica e sul nostro debito.
Se questa è la verità, fatta pulizia dai luoghi comuni e dalle demonizzazioni, la storia andrebbe rispiegata e riscritta per amor di verità”.
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