“A Lampedusa la situazione è esplosiva, anzi: è già esplosa. Parlerò del problema dell’immigrazione alle Nazioni Unite. Lo farà anche Meloni. Ma ancora prima incontrerò Metsola. Si sta muovendo qualcosa, anche in Europa”. Così, a Repubblica, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Rischiamo un esodo biblico – dice ancora – Non è questione di ordine pubblico, ed è inutile fare interventi tampone. Lo devono comprendere tutti, anche in Italia”. La Lega, gli viene detto, è ostile anche all’operazione navale: “Serve la via diplomatica. Il resto sono slogan che non offrono risultati. Io mi chiamo Tajani, non Salvini. E dico queste cose da dieci anni. Le Pen è in crescita, Salvini non so. Non bisogna tanto preoccuparsi delle elezioni europee, ma di risolvere i problemi. La campagna elettorale altrimenti diventa una gara a chi la spara più grossa”. Tajani parla anche alla Stampa, spiegando come si possa puntare sulle capacità dell’Onu, articolate “attraverso le varie agenzie che sono già una garanzia per la gestione di questi fenomeni”. Rispetto alla Tunisia, il ministro sembra riporre poche speranze sul via libera in breve tempo dei circa 2 miliardi del Fmi: “Si deve pensare a un accordo svincolato da quello tra Tunisi e Fmi”. Su Le Pen “tutti sanno come la penso – aggiunge – Ognuno invita chi vuole a casa propria, e ognuno ha le sue idee e le sue strategie. Vedo però che Meloni a Lampedusa ha parlato di Onu e di Europa. Ha le idee chiare e con me parla perché sono ministro degli Esteri”. Anche sul Corriere della Sera c’è una intervista a Tajani: “Si potrebbe chiedere all’Onu di creare dei centri di contenimento lungo le rotte dei migranti, come quelli dell’Unhcr in Niger ma più grandi – propone – La pressione è enorme. Il fenomeno va visto nel complesso, non solo dalla fine. Anche se chiudi Libia e Tunisia, domani arriveranno da Marocco, Algeria, o Egitto”. E ribadisce: “Una nuova missione Sophia va bene per dare un segnale di deterrenza. E basta”.
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